Orban: “L’Ungheria non si sente moralmente obbligata a supportare l’Ucraina nell’adesione all’UE”

Veronica Robinson

Ottobre 7, 2025

Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ha espresso critiche nei confronti del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, accusandolo di utilizzare tattiche di ricatto morale per ottenere supporto internazionale nella sua lotta per l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea. Orbán ha rilasciato queste dichiarazioni lunedì 10 marzo 2025, facendo riferimento alla recente affermazione di Zelensky secondo cui l’Ucraina entrerà nell’UE, indipendentemente dalla posizione dell’Ungheria.

Le posizioni dell’ungheria sull’adesione dell’ucraina

Orbán ha chiarito che l’Ungheria non si sente obbligata a sostenere l’adesione dell’Ucraina, sottolineando che il Trattato dell’Unione Europea richiede l’approvazione all’unanimità da parte degli Stati membri per qualsiasi nuova entrata. “Nessun paese ha mai ricattato altri per entrare nell’Unione Europea, e fallirà anche questa volta”, ha affermato il primo ministro ungherese. Orbán ha poi ricordato il risultato di un referendum tenutosi nel paese, dove la popolazione ha votato in modo schiacciante contro l’adesione dell’Ucraina all’UE, evidenziando che il 95% degli elettori si è opposto a tale proposta.

Il referendum, noto come “Voks 2025“, è stato un chiaro indicativo della volontà popolare ungherese. Orbán ha fatto notare che la campagna anti-ucraina condotta dalle autorità ungheresi ha influenzato il risultato, rendendo evidente il disinteresse della popolazione nei confronti dell’adesione di Kiev all’Unione.

Le dichiarazioni del ministro degli esteri

Anche il Ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha voluto esprimere il proprio parere riguardo alle affermazioni di Zelensky. In un post sulla piattaforma X, Szijjártó ha ribadito che la decisione sull’adesione di un paese all’UE non spetta al presidente ucraino, ma è di competenza dell’Unione Europea, dove ogni decisione richiede l’unanimità. “Il popolo ungherese ha già preso la sua decisione e noi rappresentiamo la sua volontà a Bruxelles“, ha dichiarato il diplomatico.

Il governo ungherese ha mantenuto una posizione ferma contro l’adesione dell’Ucraina all’UE, bloccando l’apertura del primo cluster nei negoziati tra Kiev e Bruxelles dall’inizio di febbraio 2025. Al centro della controversia vi è la legge sulla lingua ucraina, in vigore da oltre un decennio, che Budapest ritiene limitante per i diritti delle minoranze, in particolare per la comunità ungherese nella Transcarpazia.

Le preoccupazioni economiche e di sicurezza

Le autorità ungheresi hanno espresso preoccupazioni sul fatto che l’adesione dell’Ucraina all’UE potrebbe avere un impatto negativo sull’economia e sulla sicurezza dell’Ungheria e dell’intera Comunità. Nel 2023, il parlamento di Kiev ha approvato una nuova legge sulle minoranze nazionali, cercando di allinearsi con i requisiti del Consiglio d’Europa. Tuttavia, Tamas Menczer, allora viceministro degli Esteri ungherese, ha ritenuto le modifiche insufficienti per risolvere le problematiche sollevate da Budapest.

Questa posizione rigida dell’Ungheria nei confronti dell’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea mette in evidenza le tensioni persistenti tra i due paesi e le sfide che Kiev deve affrontare nel suo percorso verso l’integrazione europea.

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