Sharm El Sheikh: le difficoltà persistenti nel processo di negoziazione

Rosita Ponti

Ottobre 7, 2025

Lunedì 10 novembre 2025, a Sharm el-Sheikh, si sono conclusi i primi colloqui tra i mediatori e la delegazione di Hamas. Secondo quanto riportato da Al Jazeera, l’incontro è stato giudicato “positivo” e ha portato alla definizione di una tabella di marcia e dei meccanismi per il ciclo attuale di trattative. La delegazione di Hamas, composta da Khalil al-Hayya e Zaher Jabarin, entrambi sopravvissuti a un tentato omicidio a Doha, ha comunicato ai mediatori che il “continuo bombardamento di Gaza rappresenta un ostacolo al rilascio dei prigionieri”.

Discussioni sulle condizioni di rilascio

Le delegazioni stanno attualmente discutendo, attraverso canali indiretti, le condizioni necessarie per il rilascio di detenuti palestinesi e prigionieri israeliani, in relazione alle clausole del noto “piano Trump” per Gaza. Mediatori egiziani e qatarioti sono attivamente impegnati con entrambe le parti per stabilire un meccanismo che consenta lo scambio di ostaggi in cambio dei palestinesi attualmente detenuti nelle carceri israeliane. Le trattative riprenderanno martedì 11 novembre 2025.

Focus sui colloqui e i punti critici

I primi round di colloqui si concentrano specificamente sullo scambio tra gli ostaggi in possesso di Hamas e i prigionieri palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane. Tuttavia, alcuni nodi restano particolarmente difficili da risolvere, soprattutto a causa della distanza tra le posizioni delle parti. Uno dei punti critici riguarda il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, con il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha dichiarato di non voler abbandonare il controllo militare della regione. Un altro tema centrale è il futuro governo della Striscia, con Hamas che richiede un autogoverno palestinese che coinvolga un ruolo attivo dell’Autorità Nazionale Palestinese, in contrapposizione alle proposte del piano Trump.

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