“Questa è Cortina, qui comandiamo noi”. Così si sono espressi i fratelli romani Leopoldo e Alvise Cobianchi, coinvolti in un’indagine della Procura di Belluno, quando hanno minacciato il gestore di un locale di Cortina d’Ampezzo per imporre la loro volontà su “cocaina, deejay e serate”. L’ordinanza del gip di Venezia rivela che i due facevano parte del gruppo ultras della Lazio degli ‘Irriducibili’, precedentemente guidato da Fabrizio Piscitelli, assassinato a Roma nell’agosto 2019. I Cobianchi sono accusati di estorsione e rapina aggravate dal metodo mafioso, mirando a infiltrarsi negli appalti dei Giochi olimpici invernali di Milano e Cortina.
L’indagine ‘reset’
L’operazione, denominata ‘Reset’, è scaturita da un’inchiesta avviata nel giugno 2024, a seguito di attività relative agli stupefacenti, coordinata dall’Autorità giudiziaria di Belluno a partire dalla fine del 2022. I Cobianchi controllavano i locali della movida, imponendo i loro eventi e ingaggiando PR, DJ e buttafuori compiacenti attraverso una società di facciata con sede a Roma, gestita da un terzo soggetto coinvolto nell’indagine. Le forze dell’ordine, in particolare i carabinieri di Cortina d’Ampezzo, Belluno e Roma, hanno eseguito i provvedimenti sia a Cortina che nella capitale. Contestualmente, sono state effettuate perquisizioni nei confronti di altre quattro persone legate all’inchiesta.
Le modalità operative dei due indagati
I fratelli Cobianchi hanno messo in atto una serie di azioni violente, come un agguato a un compratore di droga moroso, costretto a entrare nel portabagagli di un’auto e minacciato di morte. Hanno anche aggredito due dipendenti di un ristorante e di un albergo a Cortina, accusati di essere spacciatori “non autorizzati”. Le minacce di morte si sono estese anche al titolare di un rifugio con ristorante e discoteca, costretto a subire le loro imposizioni su servizi e iniziative. Un altro episodio ha visto uno degli organizzatori di eventi trascinato in un bosco in pieno inverno, malmenato e minacciato con una pistola affinché interrompesse ogni attività non approvata dal gruppo. I Cobianchi, originari di Roma, si recavano a Cortina, soprattutto durante le festività natalizie, presentandosi come “boss della malavita romana“.
Dettagli dall’ordinanza del gip di Venezia
Dall’ordinanza di 57 pagine firmata dal gip di Venezia emerge che i Cobianchi erano associati al gruppo degli ‘Irriducibili’, legato a Fabrizio Piscitelli. Il gip ha sottolineato come Leopoldo Cobianchi avesse un “ruolo direttivo” nei confronti del fratello e dell’altro indagato. Secondo il giudice, i due hanno attuato una “condotta sistematica di spaccio di droga a Cortina“, utilizzando metodi intimidatori tipici delle organizzazioni mafiose.
Nel caso di Leopoldo Cobianchi, l’ordinanza evidenzia la necessità di misure cautelari per evitare il suo rientro a Cortina e mantenere i contatti con altri soggetti. Si sottolinea che la sorveglianza speciale, cessata nel 2021, non ha avuto alcun effetto deterrente sui suoi comportamenti illeciti. Per Alvise Cobianchi, il giudice ha ritenuto necessario disporre gli arresti domiciliari, considerando che aveva già violato il Foglio di Via a suo carico.