Fine vita: l’Asl conferma i requisiti per una donna di 44 anni affetta da Sla

Veronica Robinson

Ottobre 8, 2025

Secondo una recente comunicazione dell’ASL, Ada, una donna di 44 anni originaria della Campania affetta da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), ha soddisfatto tutti i requisiti necessari per accedere alla morte assistita. La notizia è stata diffusa dall’Associazione Luca Coscioni, specificando che, qualora lo desiderasse, Ada potrà avvalersi di questo diritto nel rispetto delle garanzie previste dalla Costituzione e delle sentenze della Corte. La notifica ufficiale è stata consegnata ai legali di Ada il 7 ottobre 2025, e l’ASL ha confermato che avvierà le procedure necessarie per identificare il farmaco e le modalità di autosomministrazione.

Dopo un iniziale rifiuto da parte dell’ASL, Ada, assistita dal collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, ha presentato un ricorso urgente al tribunale di Napoli. In seguito a una nuova udienza, si è deciso di effettuare una rivalutazione delle sue condizioni di salute. Ada, precedentemente nota come “Coletta”, ha scelto di rompere il silenzio e condividere la sua esperienza attraverso un video, con la voce della sorella Celeste, poiché la malattia le ha impedito di parlare.

Diagnostica dal giugno 2024, la SLA ha avuto un decorso rapido, portando Ada a non poter più comunicare verbalmente e a utilizzare un puntatore oculare per interagire. La sua condizione è tale da richiedere assistenza continua da parte dei familiari per ogni attività quotidiana. Senza il supporto dei suoi caregiver, Ada non sarebbe in grado di alimentarsi, bere, assumere farmaci e svolgere le funzioni vitali, rischiando di morire in modo atroce e doloroso.

Il diritto alla scelta secondo l’avvocata Gallo

L’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del team legale di Ada, ha commentato la situazione sottolineando che il fine vita deve essere considerato un diritto e non un privilegio. In una nota, Gallo ha affermato che il rispetto delle leggi da parte delle istituzioni consente di garantire a chi è affetto da gravi malattie un diritto fondamentale, che deve essere una scelta libera e consapevole. Secondo l’avvocata, il riconoscimento del diritto di Ada rappresenta un passo importante verso la legittimazione di tali scelte nel nostro ordinamento.

Gallo ha anche evidenziato che l’ASL ha seguito correttamente le indicazioni emerse durante l’accordo raggiunto in tribunale, applicando le sentenze della Corte e avviando le fasi necessarie per la realizzazione della richiesta di Ada. Questo sviluppo dimostra che, quando le istituzioni adempiono ai loro doveri, è possibile assicurare a chi vive situazioni simili un diritto che deve essere garantito.

Ada esprime la sua vittoria contro la malattia

Dopo aver ricevuto il parere favorevole dal Comitato etico per la richiesta di accesso alla morte assistita, Ada ha dichiarato: “La SLA ha perso, io ho vinto”. Ha descritto il suo stato d’animo, affermando che la notizia l’ha sollevata da un peso enorme. “Non passerò nemmeno un minuto in più a temere ciò che potrebbe accadere”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di vivere nel presente e di considerare ogni giorno come un dono prezioso.

Ada ha espresso il desiderio che altre persone nella sua situazione possano trovare la stessa serenità, auspicando che ogni individuo abbia il diritto di prendere decisioni riguardo alla propria vita senza dover combattere fino all’ultimo respiro. Ha ringraziato coloro che l’hanno supportata e ascoltata durante questo difficile percorso.

La storia di Ada rappresenta un importante capitolo nella discussione sui diritti dei pazienti e sulla possibilità di scegliere il proprio destino in situazioni di sofferenza estrema.

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