Gimbe: la sanità italiana ha perso 13 miliardi negli ultimi tre anni

Veronica Robinson

Ottobre 8, 2025

La situazione del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) in Italia si presenta sempre più critica, secondo quanto riportato nell’ottavo Rapporto della Fondazione Gimbe, pubblicato nel febbraio 2025. L’analisi evidenzia come la sanità pubblica stia attraversando una fase di “lenta agonia”, con un progressivo aumento della pressione verso il settore privato. Negli ultimi tre anni, il Ssn ha subito una perdita di ben 13,1 miliardi di euro, mentre le famiglie italiane si trovano a dover affrontare spese sanitarie per un totale di 41,3 miliardi di euro. Un dato allarmante è che un italiano su dieci ha dovuto rinunciare a cure necessarie, nonostante l’Italia occupi il secondo posto in Europa per numero di medici, mentre risulta in ritardo per quanto riguarda il numero di infermieri.

Il piano nazionale di ripresa e resilienza

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per il settore sanitario mostra segni di grave stagnazione. Secondo le stime, solo il 4,4% delle case della comunità è attualmente operativo. Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, ha sottolineato come, nonostante l’aumento previsto di 11,1 miliardi di euro per il Fondo sanitario nazionale nel triennio 2023-2025, il taglio della percentuale del prodotto interno lordo (Pil) destinato alla sanità ha portato a una diminuzione significativa delle risorse. Infatti, la percentuale del Fondo sanitario nazionale sul Pil è scesa dal 6,3% nel 2022 al 6% nel 2023, con previsioni di un ulteriore calo al 6,1% nel 2024-2025.

Le conseguenze per la popolazione

Cartabellotta ha avvertito che l’attuale situazione rappresenta un lento ma inesorabile smantellamento del Ssn, aprendo la strada a interessi privati. Durante la presentazione del Rapporto presso la Camera dei Deputati, ha affermato che distogliere lo sguardo dalla crisi sanitaria significa condannare milioni di persone a rinunciare al diritto fondamentale alla salute. Nonostante le promesse di intervento da parte dei governi, non è stata ancora intrapresa una visione chiara e determinata per rilanciare il Ssn attraverso risorse adeguate e riforme strutturali. Le conseguenze di questo stato di cose si manifestano in un aumento delle disuguaglianze, famiglie schiacciate da spese insostenibili, cittadini costretti a rinunciare a cure necessarie e personale sanitario demotivato che abbandona il settore pubblico.

La necessità di un intervento coordinato

È evidente la necessità di un’azione coordinata tra Governo, Regioni e Aziende Sanitarie Locali (Asl) per trasformare le risorse disponibili in servizi sanitari accessibili. Cartabellotta ha messo in guardia sul rischio di lasciare in eredità alle future generazioni strutture vuote e un pesante indebitamento. Il futuro del Ssn si gioca su una scelta politica fondamentale: considerare la salute come un investimento strategico o continuare a trattarla come un costo da comprimere. La questione della sostenibilità del sistema sanitario italiano è dunque una priorità che richiede un’attenzione immediata e un impegno concreto per garantire il diritto alla salute per tutti.

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