In Italia, un lavoratore su cinque è a rischio di esaurimento da stress lavorativo

Veronica Robinson

Ottobre 8, 2025

Il malessere psicologico tra i lavoratori italiani è un tema sempre più urgente. Secondo uno studio recente, il 31% dei dipendenti nel nostro Paese si sente frequentemente stanco all’idea di affrontare una nuova giornata lavorativa. Un dato analogo, sempre del 31%, indica che questi lavoratori si sentono “emotivamente esauriti” a causa delle pressioni del lavoro. Inoltre, il 28% vive un costante stato di stress o ansia. È allarmante notare che un lavoratore su cinque manifesta tutti questi sintomi, evidenziando un alto rischio di burnout.

Queste informazioni emergono dall’indagine “Hr Trends 2025” dal titolo “Il benessere mentale come priorità per il lavoro del futuro”, realizzata da Randstad Professional Leaders Search & Selection in collaborazione con l’Alta Scuola in Psicologia Agostino Gemelli (Asag) dell’Università Cattolica. Lo studio ha coinvolto un campione di oltre 355 responsabili delle risorse umane di aziende italiane e 563 lavoratori, analizzando le loro opinioni riguardo al benessere mentale.

Problemi di coinvolgimento e comunicazione

Un altro aspetto preoccupante emerso dall’indagine riguarda il coinvolgimento dei lavoratori nelle dinamiche aziendali. Solo il 25% degli intervistati si sente parte di un gruppo di lavoro aperto, e una percentuale ancora più bassa, pari al 20%, afferma di sentirsi compreso e accettato. Inoltre, solo il 20% dei lavoratori ritiene di avere il controllo sul proprio futuro all’interno dell’organizzazione.

Dallo studio risulta che ben 7 italiani su 10 chiedono alle aziende di prestare attenzione al loro benessere mentale, non solo in contesti lavorativi. L’86% degli intervistati desidera anche una formazione specifica in questo ambito.

Per rispondere a queste esigenze, le aziende stanno implementando iniziative di welfare per la salute e flessibilità di orari, attività di team building per migliorare la coesione tra colleghi, smart working, oltre a programmi di welfare per la famiglia e il tempo libero. Viene anche offerta formazione attraverso coaching per obiettivi a breve termine e mentoring per la crescita professionale nel lungo periodo.

Effetti positivi delle iniziative aziendali

Le aziende che hanno già attuato tali interventi hanno riscontrato effetti positivi significativi. L’88% dei partecipanti ha notato un aumento del senso di appartenenza all’azienda, mentre l’85% ha riferito miglioramenti nella qualità del lavoro, nella motivazione e nella produttività. Anche la fidelizzazione dei dipendenti è aumentata, con un’81% di soddisfazione, e lo stesso vale per l’immagine aziendale.

Caterina Gozzoli, professoressa di Psicologia della convivenza socio-organizzativa all’Università Cattolica, sottolinea che il benessere mentale, le relazioni tra colleghi e la formazione sono ormai considerati elementi fondamentali nelle organizzazioni.

Un altro tema rilevante è l’impatto dell’intelligenza artificiale sul benessere dei lavoratori. Nelle aziende, il 60% delle quali ha implementato tecnologie AI, si è visto un alleggerimento dei carichi di lavoro e una riduzione delle attività ripetitive. Tuttavia, circa un lavoratore su tre avverte una diminuzione del senso di utilità e un aumento dell’insicurezza riguardo al proprio posto di lavoro.

Gozzoli conclude affermando che le organizzazioni devono dimostrare la propria credibilità attraverso politiche e azioni chiaramente definite, affinché il benessere, la colleganza e la crescita diventino elementi concreti per il miglioramento professionale e organizzativo.

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