Un detenuto, associato alla Casa Circondariale di Trento, ha simulato un malore per evadere durante un’udienza svoltasi presso il tribunale di Trento. L’episodio, avvenuto il 15 marzo 2025, è stato confermato da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. L’uomo, dopo aver finto di sentirsi male, ha approfittato della situazione per darsi alla fuga, scatenando immediatamente una vasta operazione di ricerca da parte della polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine.
Le circostanze della fuga
Il detenuto, che si trovava in tribunale per un’udienza legale, ha ingannato i presenti simulando un malore. Questo stratagemma ha creato un’opportunità per allontanarsi dai controlli di sicurezza. La fuga è stata rapida e ha colto di sorpresa gli agenti, che hanno subito attivato le procedure di ricerca. Le forze dell’ordine hanno setacciato la zona circostante, cercando di rintracciare il fuggitivo il prima possibile. De Fazio ha sottolineato che questo evento rappresenta l’ennesimo episodio di evasione, evidenziando le lacune nelle politiche carcerarie e la necessità di rivedere le misure di sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie.
Le reazioni alle politiche carcerarie
Gennarino De Fazio ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla situazione attuale delle carceri italiane, affermando che questo episodio dimostra un fallimento sistemico delle politiche attuate dal Ministero della Giustizia e dal governo. Secondo De Fazio, è fondamentale rivedere le strategie di gestione dei detenuti e migliorare la sicurezza durante le udienze, per evitare che simili situazioni si ripetano. Le critiche si concentrano sulla mancanza di risorse e sull’inefficienza delle misure di prevenzione, che mettono a rischio la sicurezza pubblica e la credibilità del sistema penale.
Le autorità competenti sono ora chiamate a riflettere su come migliorare la situazione carceraria e garantire che gli eventi di evasione non diventino una costante. La fuga del detenuto di Trento ha riacceso il dibattito su come le strutture penitenziarie possano essere rese più sicure e su come il personale possa essere adeguatamente supportato e formato per gestire situazioni di emergenza.