Tumore al polmone: una nuova terapia combinata offre migliori risultati nel controllo della malattia

Rosita Ponti

Ottobre 8, 2025

La terapia mirata con osimertinib, associata a chemioterapia, rappresenta un significativo passo avanti per il trattamento dei pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule con mutazioni del gene EGFR. A quattro anni dall’inizio della terapia, il 49% dei pazienti risulta ancora vivo. L’approvazione della rimborsabilità per questa nuova combinazione terapeutica è stata recentemente annunciata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in fase avanzata (Stadio IIIB-IIIC) o metastatico (Stadio IV) e con mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico.

Progressi nella cura del carcinoma polmonare

I recenti sviluppi nella cura del carcinoma polmonare sono stati presentati durante una conferenza stampa a Milano. Lo studio Flaura2, pubblicato nel 2023 sul The New England Journal of Medicine, ha fornito dati cruciali che evidenziano come l’associazione di osimertinib con la chemioterapia migliori significativamente il controllo della malattia. Gli aggiornamenti sono stati condivisi anche lo scorso settembre durante la Conferenza Mondiale sul tumore del polmone. La combinazione ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS) e nella sopravvivenza globale (OS). In particolare, il rischio di progressione della malattia o di morte è stato ridotto del 38% rispetto all’uso di osimertinib in monoterapia, con un vantaggio di quasi 9 mesi nella PFS mediana.

Dettagli sui risultati clinici

I risultati clinici mostrano che la sopravvivenza globale mediana per i pazienti trattati con la combinazione ha raggiunto quasi quattro anni, con un valore di 47,5 mesi, rispetto ai circa 37,6 mesi ottenuti con il solo osimertinib. Inoltre, l’AIFA ha approvato anche la rimborsabilità di osimertinib in monoterapia per i pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule localmente avanzato e non resecabile, che non hanno visto progressione della malattia durante o dopo la chemioradioterapia. Questa approvazione offre per la prima volta a tali pazienti l’accesso a una terapia mirata dopo il trattamento iniziale.

Le opinioni degli esperti

Filippo De Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Toracica (AIOT), ha commentato l’importanza di questa approvazione, sottolineando che i pazienti con malattia avanzata ora possono contare su due opzioni terapeutiche basate su osimertinib. Questo consente ai medici di personalizzare il trattamento in base alle specifiche necessità di ogni paziente.

Silvia Novello, Presidente di Women Against Lung Cancer in Europe (WALCE) e Direttore dell’Oncologia Medica presso l’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, ha fornito dati allarmanti: nel 2024, in Italia, si stimano circa 45.000 nuovi casi di tumore del polmone, con l’80% delle diagnosi effettuate in fase avanzata. La mutazione del gene EGFR è presente nel 15% circa dei casi di carcinoma polmonare non a piccole cellule, con una maggiore incidenza tra i non fumatori. Grazie alla nuova combinazione terapeutica, Novello evidenzia che i pazienti con questa tipologia di tumore possono sperare in una sopravvivenza a lungo termine, favorendo il loro reinserimento nella vita sociale e lavorativa, mantenendo così una buona qualità della vita.

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