Hamas rifiuta la partecipazione di Blair e di governi esteri nella Striscia di Gaza

Rosita Ponti

Ottobre 9, 2025

Il piano elaborato dagli Stati Uniti prevede un primo passo verso la pace nella Striscia di Gaza, con un cessate il fuoco che dovrebbe avvenire a breve. Questo accordo, che include anche lo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi e l’invio di aiuti umanitari, rappresenta una fase iniziale fondamentale per la stabilizzazione della regione. Le informazioni sono state diffuse da AgenPress e riguardano le ultime evoluzioni diplomatiche nel conflitto israelo-palestinese.

Fase successiva del piano

Nella seconda fase, si affronteranno questioni cruciali come il disarmo di Hamas, la garanzia della sicurezza nella Striscia di Gaza e la ricostruzione delle aree danneggiate. Una conferenza internazionale si svolgerà oggi, il 15 gennaio 2025, a Parigi, con la partecipazione prevista del Segretario di Stato americano Marco Rubio, secondo quanto riportano fonti diplomatiche. Questo incontro rappresenta un passo significativo per discutere le misure necessarie per garantire una stabilità duratura nella regione.

Ruolo internazionale e opposizioni

Il piano statunitense prevede l’istituzione di un organismo internazionale che sarà guidato dall’ex presidente statunitense Donald Trump e dall’ex Primo Ministro britannico Tony Blair, il quale avrà il compito di coordinare l’amministrazione della Striscia di Gaza nel periodo postbellico. I paesi arabi sostenitori di questo piano auspicano che porti alla creazione di uno Stato palestinese indipendente. Tuttavia, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha già espresso il suo rifiuto a tale possibilità, sostenendo che Hamas non potrà avere alcun ruolo nella gestione della Striscia di Gaza.

La posizione di Hamas

Da parte sua, Hamas ha dichiarato che il controllo della Striscia di Gaza sarà ceduto solo a un governo tecnico palestinese, supervisionato dall’Autorità Nazionale Palestinese e sostenuto da stati arabi e musulmani. Finora, Hamas ha rifiutato di discutere la richiesta di disarmo avanzata da Israele, sottolineando la sua opposizione a qualsiasi coinvolgimento di Blair o di un governo straniero nella gestione della Striscia di Gaza. Questa posizione ferrea da parte del movimento islamico complica ulteriormente le trattative e le prospettive di pace nella regione.

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