Dopo un lungo periodo di incertezze e trattative serrate, il centrodestra ha finalmente risolto le questioni legate alle candidature per le elezioni Regionali che si svolgeranno in Veneto, Campania e Puglia il 23 e 24 novembre 2025. I leader delle forze politiche di coalizione si sono incontrati presso Palazzo Chigi per un vertice che, inizialmente dedicato alla manovra economica, si è trasformato in un’importante occasione per definire le strategie elettorali.
Il superamento dei veti e il ruolo di Forza Italia
Al termine di questo incontro, i principali esponenti del centrodestra, tra cui Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia), Antonio Tajani (Forza Italia), Matteo Salvini (Lega) e Maurizio Lupi (Noi Moderati), hanno annunciato le candidature ufficiali. In Veneto, il leghista Alberto Stefani è stato designato come successore di Luca Zaia, mentre in Campania il candidato scelto è Edmondo Cirielli, figura storica di Fratelli d’Italia nel Sud. Per quanto riguarda la Puglia, l’ex presidente della Fiera del Levante, Luigi Lobuono, rappresenta un equilibrio strategico per la coalizione.
La partita Lombardia: il patto Salvini-Meloni
La risoluzione delle divergenze all’interno del centrodestra è stata il risultato di un delicato processo politico. Un passo decisivo è stato il sostegno di Forza Italia alla candidatura di Cirielli, giunto solo nella giornata di ieri. Questo via libera è stato facilitato dalle dichiarazioni di stima che Cirielli ha rivolto alla memoria di Silvio Berlusconi, contribuendo a dissipare le incertezze espresse dal partito di Tajani. La capacità di Cirielli di ricucire le fratture ha dimostrato come le relazioni personali e il rispetto per le figure storiche siano elementi fondamentali nelle dinamiche di coalizione. La Campania, essendo una regione strategica del Sud, richiede una scelta ponderata, e la designazione di un candidato di FdI rappresenta un passo importante per rafforzare la presenza del partito di Meloni nel Mezzogiorno.
L’accelerazione sulla riforma elettorale
Un altro elemento cruciale per sbloccare la situazione è stata l’intesa tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che si sono incontrati personalmente al termine del vertice. Questo accordo ha aperto la strada alla candidatura leghista in Veneto, permettendo al Carroccio di presentare un proprio candidato dopo la lunga presidenza di Zaia. In cambio, Salvini ha garantito un impegno pubblico sul futuro politico della Lombardia. “Il candidato presidente in Lombardia non è legato al Veneto,” ha dichiarato Salvini, sottolineando che il partito con il “più recente maggior peso elettorale” avrà il diritto di scegliere il candidato per le elezioni del 2028. Questo accordo segna un cambiamento significativo negli equilibri di potere nel Nord Italia.
L’entusiasmo in Veneto e i prossimi passi
In parallelo alla questione delle candidature, fonti governative segnalano che la conclusione dell’accordo sui nomi potrebbe accelerare il dibattito sulla riforma del sistema di voto. Sebbene questo tema non sia stato esplicitamente trattato durante il vertice, l’intesa raggiunta potrebbe dare nuovo impulso ai lavori. Si punta a redigere un testo base che preveda l’inserimento del nome del premier direttamente sulla scheda elettorale. Fratelli d’Italia sta spingendo per una rapida approvazione, con l’obiettivo di garantire maggiore stabilità e chiarezza all’esecutivo.
Il candidato leghista per il Veneto, Alberto Stefani, ha espresso il suo entusiasmo per la nomina: “È un grande onore,” ha dichiarato, ringraziando la coalizione per il supporto. Stefani ha annunciato di voler avviare la campagna elettorale già dal lunedì pomeriggio, pianificando incontri per definire la composizione della futura giunta. L’apertura ufficiale della campagna avverrà al PalaGeox di Padova a metà della prossima settimana, dove sarà presente anche Luca Zaia, attuale governatore, a testimoniare il passaggio di testimone.