“È stato un abbordaggio illegittimo, come stabilito dal diritto internazionale”. Con queste parole, Margherita Cioppi ha condiviso la sua esperienza a bordo della Flotilla durante un’intervista trasmessa su “Realpolitik”. La missione navale, diretta verso Gaza, aveva come obiettivo principale quello di portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese. La testimonianza di Cioppi mette in luce le ore di tensione e incertezza vissute dall’equipaggio durante l’intervento delle forze israeliane.
La navigazione e l’intervento delle forze israeliane
Cioppi ha descritto le due fasi principali della sua esperienza. La prima fase è stata caratterizzata dalla navigazione, momento in cui quattro militari delle forze di occupazione israeliana hanno fatto irruzione a bordo, armati fino ai denti. L’attivista ha raccontato il momento in cui la loro rotta è stata interrotta, evidenziando l’atmosfera di tensione che si era creata. Nonostante la presenza di uomini armati, Cioppi ha notato un atteggiamento inizialmente contenuto da parte dei soldati, che ha definito “soft”.
“Finché eravamo in mare, era evidente che le disposizioni ricevute erano quelle di non creare il panico. Ci hanno concesso di dormire, ognuno nella propria cabina, e di andare a prendere una boccata d’aria”, ha ricordato Cioppi. Tuttavia, le cose sono cambiate drasticamente una volta che sono sbarcati sulla terraferma, ma non ha fornito ulteriori dettagli su questo aspetto.
Un gesto di coraggio collettivo
Nonostante la paura e le difficoltà affrontate, l’attivista non mostra alcun rimpianto per la sua scelta di partecipare alla Flotilla. Al contrario, sottolinea con determinazione che questa esperienza rappresenta un gesto di coraggio collettivo. “Senza ombra di dubbio lo rifarei. Credo che la Flotilla non sia la fine di niente, semmai l’inizio di un popolo del mondo che si trova di nuovo in prima linea a combattere contro un’ingiustizia che non può più essere taciuta”, ha affermato Cioppi, esprimendo la sua ferma convinzione che la lotta per i diritti umani debba continuare.
La testimonianza di Margherita Cioppi è un richiamo alla solidarietà e all’impegno per la giustizia sociale, elementi che rimangono fondamentali nel contesto attuale della crisi umanitaria a Gaza.