Il 19 gennaio 2025, a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, combattenti di Hamas hanno marciato per le strade, accolti da una folla entusiasta nonostante il protrarsi del cessate il fuoco. Nelle vicinanze, il campo profughi di Shati a Gaza City ha mostrato segni evidenti di devastazione. Il 27 gennaio, un gran numero di Palestinesi, portando i propri effetti personali, si è diretto verso il nord dell’enclave, in seguito all’apertura di un nuovo punto di attraversamento. Il 30 gennaio, l’ala militare di Hamas ha comunicato la morte del suo leader militare, Mohammed Deif, durante un conflitto.
Febbraio 2025: Sviluppi e tensioni
Il 4 febbraio 2025, a Washington, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha presentato un piano inaspettato, privo di dettagli specifici, che prevede il controllo della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti, il reinsediamento dei Palestinesi e lo sviluppo economico dell’area, definita “la Riviera del Medio Oriente”. Il 8 febbraio, a Deir Al-Balah, Hamas ha rilasciato tre ostaggi maschi, visibilmente provati e affamati, mentre i prigionieri Palestinesi liberati sono stati accolti a Ramallah, in Cisgiordania, da familiari in attesa. Il 9 febbraio, le forze israeliane si sono ritirate dal corridoio di Netzarim, che separa Gaza, permettendo ai Palestinesi di attraversare la strada che collega il nord e il sud della Striscia. Il 23 febbraio, per la prima volta in oltre vent’anni, Israele ha inviato carri armati in Cisgiordania per combattere gruppi militanti, complicando ulteriormente il fragile cessate il fuoco.
Marzo 2025: Emergenza umanitaria e proteste
Il 2 marzo 2025, camion carichi di aiuti umanitari si sono radunati presso il valico di Rafah, in Egitto, dopo che Israele aveva bloccato l’ingresso degli aiuti a Gaza. Il 18 marzo, attacchi aerei israeliani hanno colpito Gaza, causando oltre 400 vittime e mettendo a rischio il cessate il fuoco. Ambulanze sono corse oltre l’Ospedale Nasser, mentre i corpi iniziavano ad accumularsi in un ospedale di Khan Younis. Il 25 marzo, centinaia di Palestinesi hanno protestato nel nord di Gaza, esprimendo il loro dissenso contro Hamas con lo slogan “Hamas fuori”, in una manifestazione pubblica rara.
Aprile 2025: Attacchi e disperazione
Il 2 aprile 2025, il Ministero della Sanità di Gaza ha riportato che 19 persone, tra cui bambini, sono state uccise in un attacco israeliano contro una clinica dell’ONU a Jabalia, che ospitava sfollati. Il giorno successivo, Palestinesi, tra cui molti bambini, hanno cercato disperatamente cibo in una mensa popolare a Beit Lahiya, evidenziando la gravità della crisi alimentare.
Maggio 2025: Crisi alimentare e violenza
Il 13 maggio 2025, riprese di sorveglianza hanno documentato un attacco aereo che ha colpito persone all’esterno dell’Ospedale Europeo di Khan Younis. Il 14 maggio, attacchi militari israeliani hanno causato la morte di almeno 70 Palestinesi mentre Trump si trovava in visita in Medio Oriente. Il 16 maggio, il Presidente Trump ha riconosciuto la crescente crisi alimentare a Gaza, affermando che “molte persone stanno morendo di fame”. Il 28 maggio, un magazzino dell’ONU a Deir Al-Balah è stato assaltato da una folla affamata. Il 29 maggio, personale armato ha distribuito aiuti in un’area militarizzata nel corridoio di Netzarim. Il 31 maggio, l’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso il capo di Hamas a Gaza, Mohammad Sinwar, in un attacco all’Ospedale Europeo.
Giugno 2025: Attacchi aerei e vittime civili
Il 1° giugno 2025, un attacco aereo israeliano ha colpito un edificio in una zona di mercato a Gaza City, causando danni significativi. Il 30 giugno, un altro attacco aereo su un caffè sul lungomare di Gaza City ha provocato la morte di 22 persone, tra cui un giornalista locale.
Luglio 2025: Malnutrizione e aiuti umanitari
Il 26 luglio 2025, a Khan Younis, è stata sepolta la piccola Zainab Abu Haleeb, di cinque mesi, morta a causa di grave malnutrizione acuta. Il 27 luglio, camion carichi di aiuti hanno iniziato a partire dall’Egitto verso il sud di Gaza, dopo mesi di pressioni internazionali. Il 30 luglio, un video dell’OCHA dell’ONU ha mostrato spari esplosi vicino a una folla di Palestinesi in attesa di un convoglio di aiuti alimentari.
Agosto 2025: Attacchi e sfollamenti
Il 21 agosto 2025, le persone hanno cercato riparo dopo un attacco aereo israeliano su Deir Al-Balah, mentre Israele controlla circa il 75% della Striscia di Gaza. Il 25 agosto, attacchi all’Ospedale Nasser hanno causato almeno 15 vittime, tra cui quattro giornalisti, uno dei quali collaborava con Reuters. Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso “profondo rammarico” per il “tragico incidente” all’ospedale. Il 26 agosto, altre famiglie Palestinesi hanno abbandonato Gaza City dopo una notte di bombardamenti.
Settembre 2025: Attacchi e reazioni internazionali
L’8 settembre 2025, due uomini armati Palestinesi hanno aperto il fuoco uccidendo sei persone a una fermata dell’autobus alla periferia di Gerusalemme, in quello che è stato definito un “attacco terroristico”. Il 9 settembre, un attacco israeliano ha colpito un edificio a Doha, in Qatar, mirando ai leader di Hamas. Il 10 settembre, un attacco aereo ha colpito un edificio residenziale evacuato a Gaza City, uccidendo due persone. Il 11 settembre, Netanyahu ha firmato un accordo per l’espansione degli insediamenti, affermando che “non ci sarà uno stato Palestinese“. Nello stesso giorno, a Doha si è tenuto il funerale per sei persone uccise nell’attacco israeliano, tra cui membri di Hamas. Il 16 settembre, una commissione d’inchiesta dell’ONU ha concluso che Israele ha commesso un genocidio a Gaza, mentre filmati dell’esercito israeliano mostrano veicoli militari a Gaza City in preparazione per un assalto di terra. Il 29 settembre, il Presidente Trump ha invitato Hamas ad accettare una proposta di pace in 20 punti.
Ottobre 2025: Nuove trattative e speranze
Il 3 ottobre 2025, Hamas ha rilasciato una dichiarazione accettando alcuni termini del piano di Trump, incluso il rilascio di prigionieri, ma ha richiesto ulteriori negoziati su altre questioni. Il 4 ottobre, Trump ha comunicato che Israele ha concordato una “linea di ritiro iniziale” e che un cessate il fuoco sarebbe stato effettivo “immediatamente” con la conferma di Hamas. Netanyahu ha espresso ottimismo riguardo al possibile annuncio del ritorno degli ostaggi.