L’inchiesta della Procura di Brescia sulla presunta corruzione dell’ex pm Venditti

Veronica Robinson

Ottobre 11, 2025

Silvia Maria Sempio, sorella di Giuseppe, è stata ascoltata il 26 settembre 2025 dai carabinieri e dai finanzieri nell’ambito delle indagini condotte dalla Procura di Brescia riguardo alla presunta corruzione dell’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti. Durante l’interrogatorio, la donna ha rivelato dettagli significativi riguardo ai fondi trasferiti al fratello, specificando che i soldi erano destinati ad aiutare Andrea, il figlio di Giuseppe. Silvia ha dichiarato di aver fornito al fratello una somma superiore a quella richiesta, sottolineando il legame di solidarietà che unisce la loro famiglia.

Nel corso dell’interrogatorio, Silvia ha spiegato che Giuseppe si era presentato a casa sua, accompagnato dalla sorella Ivana, per chiedere un prestito di 20.000 euro. Tuttavia, notando le difficoltà economiche del fratello, ha deciso di offrirgli 30.000 euro. Nonostante le sue domande sull’uso dei fondi, Giuseppe si era limitato a dire che aveva bisogno di aiuto. Solo in seguito, la donna ha appreso che il denaro era stato utilizzato per affrontare spese legate a una questione giudiziaria che coinvolgeva il figlio Andrea.

Le indagini sulla corruzione

Le indagini condotte dalla Procura di Brescia hanno messo in luce una serie di anomalie che suggeriscono l’esistenza di una “squadra” di carabinieri di polizia giudiziaria, considerati “soggetti di fiducia” dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti. Questi ufficiali, assegnati all’allora pm Pietro Paolo Mazza, avrebbero operato in modo coordinato per favorire interessi privati, influenzando l’andamento delle inchieste. La Procura ha valorizzato il loro contributo nel decreto di perquisizione emesso nei confronti di Venditti e Mazza, entrambi accusati di corruzione e peculato.

L’analisi dei documenti ha rivelato che la “squadra” operava in uno spazio dedicato all’interno della Procura di Pavia, dove si trovava regolarmente Cristiano D’Arena, titolare della Esitel, azienda coinvolta nell’inchiesta su Andrea Sempio nel 2017. Le indagini hanno rivelato che Venditti e Mazza avrebbero ricevuto vantaggi da D’Arena, tra cui pranzi presso il ristorante Da Lino, vendite di auto a prezzi inferiori al mercato e lavori di manutenzione gratuita per i veicoli. In cambio, i magistrati avrebbero affidato in modo quasi esclusivo a Esitel il servizio di noleggio degli apparati di intercettazione e a Cr Service quello per il trasporto della Procura, in modo inadeguato rispetto alle reali esigenze investigative.

I veicoli sotto accusa

Nel decreto di perquisizione si fa riferimento a tre veicoli specifici: due Audi e una Mercedes, oltre a un furgoncino. I costi associati a questi mezzi sarebbero stati addebitati ai capitoli di spesa destinati alle intercettazioni. Questo aspetto ha sollevato interrogativi sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche e sulla gestione delle spese da parte della Procura. Le indagini continuano a svelare dettagli inquietanti riguardo a una rete di favoritismi e pratiche illecite che metterebbero a rischio l’integrità del sistema giudiziario.

La situazione si fa sempre più complessa, mentre le autorità competenti proseguono con le indagini per fare chiarezza su un caso che ha già suscitato un ampio dibattito pubblico e che mette in discussione la fiducia nei confronti delle istituzioni.

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