L’immunologo Mauro Minelli, docente all’Università Lum e specialista nel campo del microbiota intestinale, ha recentemente condiviso riflessioni significative sul legame tra il microbiota e il processo di invecchiamento. Il 15 ottobre 2025, Minelli parteciperà a un importante convegno presso la Camera dei Deputati per discutere le nuove scoperte riguardanti la longevità e il ruolo cruciale del microbiota nella salute umana.
Il microbiota intestinale e il suo impatto sull’invecchiamento
Mauro Minelli evidenzia che l’invecchiamento umano è un fenomeno multifattoriale, influenzato da elementi come la genetica, l’ambiente e gli stili di vita. Recenti studi hanno dimostrato l’importanza del microbiota intestinale, un complesso ecosistema di microrganismi che risiedono nel nostro intestino. Questo microbiota non è un semplice ospite passivo, ma svolge un ruolo attivo nella regolazione della salute e nel processo di invecchiamento. Minelli sottolinea che la vera sfida non consiste solo nell’allungare la vita, ma nel migliorare la qualità della vita durante gli anni, enfatizzando il concetto di ‘healthspan’, ovvero il periodo di vita trascorso in buona salute.
Le problematiche legate alla disbiosi
Con l’avanzare dell’età, il microbiota tende a perdere la sua diversità e ricchezza, dando spazio a batteri meno benefici. Questo squilibrio, noto come disbiosi, può avere gravi ripercussioni sulla salute. Una delle problematiche principali è l’intestino permeabile, in cui la barriera intestinale perde la sua integrità, permettendo a molecole dannose di entrare nel flusso sanguigno. Tale condizione può innescare l’inflammaging, uno stato di infiammazione cronica che contribuisce all’insorgenza di malattie legate all’età, come malattie cardiovascolari e declino cognitivo. Minelli afferma che l’invecchiamento patologico è in gran parte il risultato dell’inflammaging.
Strategie per contrastare l’inflammaging
Mauro Minelli ha messo in evidenza che il microbiota non è un elemento genetico immutabile, ma può rispondere in modo dinamico alla dieta. Secondo lui, la dieta rappresenta il nostro strumento di prevenzione più efficace. Tra le strategie per combattere l’inflammaging, il butirrato emerge come un elemento chiave. Questo acido grasso a catena corta, prodotto da batteri amici, è fondamentale per la salute delle cellule intestinali e per mantenere l’integrità della barriera intestinale. La diminuzione dei produttori di butirrato è correlata all’aumento dell’inflammaging, rendendo essenziale il suo apporto nella dieta.
Il ruolo dei polifenoli e della dieta mediterranea
Minelli ha anche discusso l’importanza dei polifenoli, sostanze naturali presenti in frutta e verdura, rinomate per le loro proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Tuttavia, l’efficacia di queste sostanze dipende dal microbiota, che le trasforma in forme attive. Ad esempio, i batteri intestinali metabolizzano gli ellagitannini, presenti nelle melograne, in urolitine, che potenziano i meccanismi antinfiammatori. La dieta mediterranea, ricca di fibre e vegetali, rappresenta un’altra strategia efficace per migliorare la salute intestinale e prevenire la fragilità negli anziani.
Minelli ha concluso sottolineando l’importanza di un impegno politico per riconoscere il microbiota come un obiettivo terapeutico e un biomarcatore dell’invecchiamento. È cruciale tradurre i risultati scientifici in protocolli di salute pubblica e promuovere l’assunzione di prebiotici come misura preventiva per sostenere i ceppi benefici, come il Bifidobacterium, essenziali per la salute intestinale della popolazione anziana.