Borse asiatiche in ribasso a causa delle crescenti tensioni sulle terre rare

Rosita Ponti

Ottobre 13, 2025

Nella notte tra il 10 e l’11 novembre 2025, l’Asia ha subito le conseguenze dell’onda di vendite che ha preso piede a New York il venerdì precedente. A Hong Kong, l’indice ha registrato un calo del 2,37%, mentre Shenzhen ha visto una diminuzione dello 0,95%. La discesa è stata più contenuta a Shanghai, dove l’indice ha chiuso con un ribasso dello 0,19%.

Tensioni tra Stati Uniti e Cina

Le tensioni tra Stati Uniti e Cina riguardano principalmente la questione delle terre rare. Giovedì scorso, le autorità di Pechino hanno annunciato l’introduzione di controlli sulle esportazioni non solo di queste materie prime, ma anche della tecnologia necessaria per il loro trattamento. In risposta, l’ex presidente Donald Trump ha minacciato, il giorno successivo, di imporre dazi al 100% su vari prodotti cinesi. Un portavoce del ministero del commercio cinese ha accusato gli Stati Uniti di adottare un “doppio standard”, evidenziando il divieto statunitense sulle esportazioni di chip. Ha anche affermato che la Cina non teme una guerra commerciale. Tuttavia, domenica Trump ha cercato di inviare un messaggio di distensione tramite un post su Truth, affermando: “Non preoccupatevi per la Cina, andrà tutto bene!” Ha aggiunto che il presidente Xi Jinping sta attraversando un periodo difficile e che entrambi i Paesi non desiderano una crisi economica.

Impatto delle tensioni commerciali

Le tensioni commerciali hanno già avuto un impatto significativo, con le esportazioni dalla Cina verso gli Stati Uniti che hanno registrato un calo del 27% a settembre rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nonostante ciò, le esportazioni cinesi verso l’India e il Sud-est asiatico hanno mostrato un incremento, contribuendo a un aumento complessivo del 8%.

Clima di incertezza sui mercati statunitensi

Il clima di incertezza potrebbe riflettersi anche sui mercati statunitensi. Venerdì, l’indice S&P 500 ha chiuso con un ribasso del 2,71%, mentre il Nasdaq ha subito una flessione del 3,56%. Tuttavia, i future mostrano segnali di ripresa: l’S&P 500 è in crescita del 1,51%, mentre il Nasdaq segna un aumento del 1,97%. Anche il future sull’indice VIX, che misura la volatilità, ha registrato un calo del 9%, dopo aver visto un balzo del 31% venerdì.

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