Il 17 gennaio 2025, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato durante una conferenza stampa tenutasi al comando generale dei Carabinieri a Roma che tre persone sono state arrestate in relazione all’esplosione di un casolare a Castel d’Azzano, nel Veronese. L’incidente ha portato alla morte di tre carabinieri e ha suscitato grande preoccupazione per la dinamica dell’evento. Piantedosi ha spiegato che il terzo sospetto è stato rintracciato dai carabinieri, sottolineando la gravità della situazione.
La dinamica dell’esplosione
Durante la conferenza, il ministro ha fornito dettagli sulla causa dell’esplosione. Secondo le prime ricostruzioni, sembrerebbe che la tragedia sia stata provocata da una saturazione di gas, messa in atto intenzionalmente da una donna presente nel casolare. Questa donna avrebbe anche innescato l’esplosione. Piantedosi ha fatto riferimento alla presenza di molotov, ma non ha confermato se siano state effettivamente utilizzate nell’incidente. La violenza della situazione ha lasciato tutti attoniti, considerando che non ci si aspettava un livello di aggressività così elevato.
Il ministro ha chiarito che l’operazione di sgombero era stata disposta da un provvedimento dell’autorità giudiziaria. In passato, erano stati tentati altri sgomberi, e si era compreso che gli occupanti avrebbero potuto opporre resistenza. Tuttavia, era stato anche avviato un intervento di mediazione da parte dell’Arma dei Carabinieri, con esperti inviati per dialogare con gli occupanti. Questo tentativo di mediazione sembrava promettente, ma l’esplosione ha rivelato una pianificazione premeditata da parte dei colpevoli.
Il sostegno alle vittime e alle famiglie
Piantedosi ha espresso la sua solidarietà ai feriti e alle famiglie dei carabinieri deceduti. Durante il collegamento con i feriti, ha mostrato empatia per la tragedia e ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dalle forze dell’ordine, spesso sottovalutato dall’opinione pubblica. “È il momento della costernazione”, ha dichiarato, evidenziando la necessità di stare vicini a chi ha subito questa perdita.
Il comandante provinciale dei Carabinieri, Claudio Papagno, ha descritto l’esplosione come un evento che era probabilmente stato pianificato da tempo. Ha rivelato che gli autori avevano preparato delle molotov sul tetto del casolare, pronte per essere lanciate dopo aver appiccato il fuoco. Un carabiniere gravemente ustionato, visibile solo con gli occhi a causa delle bende, ha partecipato alla videochiamata, confermando il dramma vissuto durante l’operazione.
L’evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla protezione delle forze dell’ordine, richiamando l’attenzione sulla necessità di misure più efficaci per garantire la sicurezza dei militari impegnati in operazioni di sgombero e in situazioni ad alto rischio.