Nel 2024, l’analisi dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) rivela che oltre 2,2 milioni di famiglie italiane vivono in condizioni di povertà assoluta, rappresentando l’8,4% del totale delle famiglie residenti nel Paese. Questo corrisponde a circa 5,7 milioni di individui, pari al 9,8% della popolazione, con valori che rimangono sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente, quando le percentuali erano rispettivamente dell’8,4% e del 9,7%.
Incidenza della povertà tra diverse tipologie di famiglie
L’analisi mette in evidenza che l’incidenza della povertà assoluta è particolarmente elevata tra le famiglie con almeno un componente straniero, toccando il 30,4%. Il dato si aggrava ulteriormente per le famiglie composte esclusivamente da stranieri, dove la percentuale sale al 35,2%. Al contrario, le famiglie formate unicamente da italiani presentano una percentuale significativamente più bassa, attestandosi al 6,2%.
Le famiglie numerose mostrano una situazione preoccupante: l’incidenza di povertà assoluta raggiunge il 21,2% tra quelle con cinque o più componenti, mentre per le famiglie con quattro membri si registra l’11,2% e per quelle con tre componenti l’8,6%. Un altro aspetto da considerare è il numero delle famiglie che vivono in affitto e che si trovano in condizioni di povertà assoluta, che supera il milione, con un’incidenza del 22,1%. Al contrario, tra le famiglie che possiedono la casa, la percentuale è di solo il 4,7%, coinvolgendo quasi 916mila nuclei.
Il ruolo del lavoro e del titolo di studio
Un ulteriore fattore che influisce sulla povertà è la professione del capofamiglia. Tra le famiglie in cui la persona di riferimento è un operaio o assimilato, il 15,6% vive in povertà assoluta, rispetto al 2,9% delle famiglie guidate da un dirigente, quadro o impiegato. L’Istat sottolinea anche l’importanza del titolo di studio: l’incidenza di povertà assoluta diminuisce significativamente al crescere del livello di istruzione. Per coloro che hanno almeno il diploma di scuola secondaria superiore, la percentuale è del 4,2%. Se invece il capofamiglia ha solo la licenza di scuola media, l’incidenza sale al 12,8%, mentre per chi ha solo la licenza di scuola elementare, la situazione è ancora più grave, con un’incidenza del 14,4%.
La povertà tra i minori
Un aspetto allarmante è la condizione dei minori. Nel 2024, oltre 1,28 milioni di bambini, pari al 13,8% dei minori residenti, vivono in povertà assoluta. Questa situazione varia notevolmente a livello territoriale, con una percentuale del 12,1% nel Centro Italia e del 16,4% nel Mezzogiorno. Tra i bambini di età compresa tra 7 e 13 anni, la percentuale sale ulteriormente al 14,9%, mantenendo una sostanziale stabilità rispetto al 2023 e segnando il valore più elevato dal 2014.
Le famiglie con minori in povertà assoluta sono quasi 734mila, rappresentando il 12,3% del totale. L’intensità della povertà in queste famiglie è maggiore, con un valore del 21,0%, rispetto al 18,4% calcolato per l’insieme delle famiglie. Inoltre, l’analisi evidenzia una forte correlazione tra cittadinanza e condizione socio-economica: l’incidenza di povertà tra famiglie composte solo da italiani è dell’8,0%, mentre per quelle formate esclusivamente da stranieri, la percentuale schizza al 40,5%. Nel caso di famiglie con minori che includono sia italiani che stranieri, l’incidenza si attesta al 33,6%, confermando le disparità esistenti.