L’autopsia condotta sul corpo di Paolo Taormina, ventunenne palermitano assassinato nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2025 davanti al suo pub, ha rivelato che la causa della morte è stata un colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata alla nuca. L’esame è stato effettuato presso l’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo, dove si è svolta anche una TAC che ha confermato la presenza del proiettile nel corpo del giovane. La sorella della vittima, Sofia Taormina, ha fornito dettagli cruciali agli inquirenti, raccontando di come il presunto assassino abbia puntato la pistola alla tempia di Paolo, uccidendolo senza alcun apparente motivo. Durante l’inseguimento, Sofia ha tentato di difendere il fratello e ha raccontato di un attacco contro la fidanzata di Paolo, Desirée, a cui l’aggressore ha lanciato una bottiglia.
Il presunto colpevole e le indagini
Il presunto assassino, Gaetano Maranzano, ha confessato il delitto dopo un lungo interrogatorio presso la caserma dei Carabinieri. Ha spiegato di avere dei rancori verso Paolo, accusandolo di aver “importunato la mia compagna sui social”. Nella perquisizione della sua abitazione, gli agenti hanno rinvenuto una pistola calibro 9, ma permangono dubbi sull’arma utilizzata per il delitto. Maranzano, 28 anni e residente nel quartiere Zen, è stato arrestato grazie a filmati di videosorveglianza che hanno permesso di identificarlo come l’esecutore materiale dell’omicidio di Paolo. Il fermo è stato eseguito nella serata dell’8 marzo 2025. Nonostante Maranzano avesse dichiarato di portare sempre con sé la pistola per la pericolosità della città, i video suggeriscono che il colpo sia stato sparato da una distanza così ravvicinata da generare un foro di dimensioni diverse da quelle che ci si aspetterebbe da un’arma di quel tipo.
La ricostruzione della serata fatale
La pubblica accusa, rappresentata dalla dottoressa Ornella Di Rienzo, ha delineato i dettagli di quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica in via Spinuzza, davanti al pub ‘O Scruscio’, di proprietà della famiglia Taormina. Alle 2:50, si è verificata una violenta lite tra alcuni giovani all’esterno del locale. Paolo Taormina, uscendo per cercare di calmare gli animi, è stato avvicinato da un uomo descritto come robusto, con barba folta e occhiali, che indossava un giubbotto nero e collane con ciondoli a forma di crocifissi e pistole. Questo individuo ha colpito Paolo alla testa con un gesto fulmineo. Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza e alle testimonianze di alcuni presenti, i Carabinieri sono riusciti a risalire all’identità di Maranzano in poche ore.
Il dolore della famiglia di Paolo
La madre di Paolo, Fabiola Galioto, ha espresso il suo immenso dolore per la perdita del figlio, descrivendolo come un eroe che ha sacrificato la propria vita per proteggere gli altri. “Ho sentito l’ultimo respiro di mio figlio, è morto tra le mie braccia”, ha dichiarato, mentre attendeva all’esterno della camera mortuaria, circondata da familiari e amici. Fabiola ha ricordato Paolo come un giovane d’oro, sempre pronto ad aiutare chiunque, un professionista che aveva lavorato negli Stati Uniti e che era entusiasta della nuova attività avviata con la famiglia. “Voleva che il nostro locale fosse un luogo di serenità, lontano dalle preoccupazioni quotidiane. Ma la violenza di questa città lo ha travolto”, ha aggiunto, evidenziando il contrasto tra i sogni del figlio e la dura realtà.
La testimonianza della sorella di Paolo
Sofia Taormina ha descritto Maranzano come una persona che “non passa inosservata”, evidenziando il suo aspetto distintivo e il comportamento aggressivo. Ha raccontato gli attimi di terrore vissuti durante l’aggressione, sottolineando il carattere protettivo di Paolo nei suoi confronti. “Era un ragazzo sincero e dedito alla famiglia. Ci volevamo bene da morire”, ha detto, evidenziando il legame speciale tra i due. La sua testimonianza offre uno spaccato della vita di Paolo, un giovane che aveva dedicato la sua vita al lavoro e alla sua famiglia, ora tragicamente spezzata.