Nuove terapie per il tumore invasivo della vescica: il 70% è libero da malattia dopo due anni

Rosita Ponti

Ottobre 19, 2025

Sono circa 6.000 le persone che ogni anno in Italia ricevono una diagnosi di tumore della vescica muscolo-invasivo. Di queste, circa la metà non può accedere alla chemioterapia, rendendo l’intervento chirurgico l’unica opzione terapeutica disponibile. Recentemente, è stato fatto un passo avanti significativo per questi pazienti grazie a una nuova combinazione terapeutica che prevede l’uso del farmaco immunoterapico pembrolizumab insieme all’anticorpo farmaco-coniugato enfortumab vedotin. Questa combinazione, somministrata sia prima che dopo l’intervento chirurgico, ha dimostrato di ridurre il rischio di recidive del 60% e il rischio di morte del 50% rispetto alla sola chirurgia, che attualmente rappresenta lo standard di cura per i pazienti non eleggibili alla chemioterapia. I dati indicano che oltre il 70% dei pazienti è libero da malattia a due anni dall’intervento e, secondo i ricercatori, può essere considerato “potenzialmente guarito”.

Scoperte significative nello studio

Lo studio che ha portato a queste scoperte è il Keynote-905/Ev-303, presentato durante il congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo). I risultati di questo studio sono stati così rilevanti da essere selezionati per la conferenza stampa ufficiale dell’evento. Giuseppe Procopio, Direttore del Programma Prostata e della struttura Dipartimentale di Oncologia Medica Genitourinaria presso la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha sottolineato che per decenni i pazienti con tumore della vescica muscolo-invasivo non eleggibili al trattamento con cisplatino hanno avuto a disposizione opzioni terapeutiche estremamente limitate, spesso costretti a ricorrere esclusivamente alla chirurgia. Procopio ha affermato che per la prima volta lo studio dimostra come una terapia perioperatoria possa ridurre il rischio di recidiva e aumentare la sopravvivenza dei pazienti con carcinoma della vescica muscolo-invasivo. Questo rappresenta una svolta nella pratica clinica, introducendo la combinazione di pembrolizumab e enfortumab vedotin come trattamento efficace per questa categoria di pazienti.

Nuovi casi e impatto sui pazienti

Nel 2024, in Italia, sono stati stimati circa 31.000 nuovi casi di tumore della vescica, una delle neoplasie più diffuse nel paese. Patrizia Giannatempo, dirigente dell’Oncologia Medica Genitourinaria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha commentato che il risultato ottenuto è “molto importante per i nostri pazienti”, evidenziando come oltre il 70% di essi sia libero da malattia a due anni e potenzialmente guarito. Questo rappresenta un traguardo senza precedenti per una popolazione di pazienti che, fino ad ora, era priva di opzioni terapeutiche efficaci.

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