Tumori: in Italia cresce la sopravvivenza dei pazienti oncologici, ma occorrono più risorse e personale

Rosita Ponti

Ottobre 19, 2025

La sopravvivenza dei pazienti oncologici in Italia ha registrato un significativo miglioramento, con una riduzione del 14,5% dei decessi tra gli uomini dal 2020. Questo dato colloca l’Italia in cima alle classifiche europee, ma l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) avverte che è fondamentale aumentare i fondi e il personale per rispondere alle crescenti esigenze di assistenza di un numero sempre maggiore di persone che convivono con il cancro. Queste informazioni sono emerse durante una conferenza stampa tenutasi a Berlino, in concomitanza con il Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo).

Il contesto della sopravvivenza oncologica in italia

I dati forniti dall’Aiom indicano che i pazienti oncologici in Italia hanno una vita più lunga rispetto alla media europea. Tra il 2020 e il 2025, si prevede una diminuzione del tasso di mortalità per cancro del 14,5% negli uomini e del 5% nelle donne. Questi risultati superano le medie degli altri Paesi europei, che mostrano riduzioni più modeste: -3,5% per gli uomini e -1,2% per le donne. Le performance italiane sono superiori anche rispetto a nazioni come la Francia, la Germania e la Spagna, che hanno registrato diminuzioni inferiori. Il calo dei decessi, in particolare, è attribuibile a una significativa riduzione delle morti per tumore del polmone e dello stomaco, rispettivamente -24,4% e -24,3% negli ultimi cinque anni.

Le sfide del sistema oncologico italiano

Nonostante i dati incoraggianti, il presidente dell’Aiom, Francesco Perrone, ha sottolineato che persistono criticità nella disponibilità di risorse e personale. Queste carenze rappresentano un ostacolo per garantire l’assistenza necessaria a un numero crescente di pazienti oncologici, che spesso vivono la malattia in uno stato di cronicizzazione. Nel 2024, in Italia, si stima che si verificheranno 390.100 nuovi casi di tumore. Per affrontare questa situazione, è essenziale completare l’implementazione delle reti oncologiche regionali, come spiegato da Massimo Di Maio, presidente eletto dell’Aiom. Attualmente, solo circa la metà delle regioni possiede una rete oncologica funzionante, e le disparità tra le diverse aree del Paese creano ingiustizie nell’accesso alle cure.

Un ulteriore problema è rappresentato dalla carenza di personale specializzato. Giuseppe Curigliano, presidente eletto dell’Esmo, ha evidenziato l’urgenza di reclutare più professionisti nel settore oncologico, inclusi radioterapisti, anatomopatologi e chirurghi. È fondamentale integrare le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, nella gestione clinica dei pazienti, richiedendo un impegno organizzativo ed economico significativo per garantire un accesso tempestivo alle terapie.

Prevenzione e stili di vita

La popolazione europea, pur rappresentando meno del 10% della popolazione mondiale, registra circa un quarto di tutte le diagnosi oncologiche a livello globale. Secondo Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom, il 40% dei casi di tumore potrebbe essere prevenuto seguendo stili di vita più sani. In Italia, il tasso di fumatori è ancora elevato, con una percentuale del 24% tra gli adulti, sebbene in calo rispetto al 30% del 2008. Se gli obiettivi di riduzione del numero di fumatori venissero raggiunti, si stima che potrebbero essere evitati quasi due milioni di nuovi casi di tumore in Europa entro il 2050.

La prevenzione è una delle quattro aree chiave del Piano europeo per sconfiggere il cancro, noto come Europe’s Beating Cancer Plan. Per raggiungere l’obiettivo di una generazione “libera dal tabacco”, l’aspettativa è di ridurre la percentuale di fumatori al di sotto del 5% entro il 2040.

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