Bolivia, il presidente Paz annuncia la fine di vent’anni di governo socialista: “Riaprirò il Paese al mondo”

Veronica Robinson

Ottobre 20, 2025

Il senatore Rodrigo Paz Pereira ha trionfato nel secondo turno delle elezioni presidenziali in Bolivia, con i risultati preliminari resi noti dal Tribunale supremo elettorale il 19 ottobre 2025, dopo lo scrutinio del 97,53% delle schede. Paz, rappresentante del Partito Cristiano Democratico, ha ottenuto il 54,54% dei voti, superando l’ex presidente Jorge Quiroga, candidato dell’alleanza di destra Libertà e Democrazia, che si è fermato al 45,46%.

Paz e la riapertura della Bolivia al mondo

Subito dopo la vittoria, Paz Pereira ha dichiarato la sua intenzione di “riaprire” la Bolivia al mondo, sottolineando la necessità di ripristinare la presenza internazionale della nazione, ridimensionata negli ultimi vent’anni di governo socialista. In un discorso rivolto alla nazione, ha espresso riconoscenza per il supporto ricevuto dagli Stati Uniti, in particolare dal vicesegretario di Stato Christopher Landau, evidenziando l’importanza di mantenere relazioni strette con uno dei principali attori globali.

Una storia familiare di presidenti

Con cinquantotto anni e una genealogia che include due presidenti, il senatore centrista è diventato il terzo membro della sua famiglia a ricoprire la carica di presidente della Bolivia. Paz è figlio dell’ex presidente Jaime Paz Zamora (1989-1993) e ha trascorso i suoi primi anni in Spagna, dove la sua famiglia si era rifugiata durante le dittature militari. La sua ascendenza include anche il prozio Victor Paz Estenssoro, presidente per quattro volte. La carriera politica di Paz è iniziata come sindaco, proseguendo come deputato e senatore di Tarija, una regione ricca di risorse naturali.

Il presidente eletto, noto per il suo aspetto curato e il suo stile sobrio, ha già ottenuto un consenso significativo nel primo turno delle elezioni presidenziali, tenutosi lo scorso agosto. Con circa il 55% dei voti nel ballottaggio, ha messo fine a un ventennio di governo socialista, dominato dal Movimento al socialismo (Mas).

Il programma politico di Paz

Durante la campagna, il candidato del Partito Democratico Cristiano si è presentato come un moderato, cercando di attrarre un ampio consenso. Ha utilizzato slogan vari, da “Dio, patria e famiglia” a “Fino alla vittoria, sempre”, per attrarre diverse fasce di elettorato. Quando gli è stato chiesto di definire la sua ideologia, Paz ha risposto che il suo obiettivo era offrire un’alternativa al Paese.

Per conquistare la vittoria, ha visitato numerosi comuni, comunicando un messaggio di “capitalismo per tutti” e proponendo significativi tagli alla spesa pubblica e modifiche costituzionali per attrarre investimenti stranieri. Tra le sue proposte, vi è la decentralizzazione economica e l’introduzione di prestiti agevolati per le piccole e medie imprese. Sul fronte internazionale, il neopresidente mira a rafforzare i legami con gli Stati Uniti e a sviluppare la cooperazione regionale nel Mercosur. Paz assumerà ufficialmente l’incarico l’8 novembre.

Messaggi di congratulazioni internazionali

Dopo la vittoria, significativi messaggi di congratulazioni sono giunti dall’estero. Il presidente argentino Javier Milei ha espresso i suoi auguri a Paz e al popolo boliviano, lodando il loro impegno per la democrazia e il rinnovamento. In un post su X, Milei ha affermato che la Bolivia “tornerà a far parte del mondo libero”, sottolineando l’importanza di un’economia aperta e della lotta contro la corruzione.

Anche il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha congratulato Paz Pereira per la sua elezione, definendo questo momento come un’opportunità di trasformazione per la Bolivia e per gli Stati Uniti. Rubio ha evidenziato la disponibilità degli Stati Uniti a collaborare con la Bolivia su questioni di interesse comune, come la gestione dell’immigrazione illegale e la lotta contro la criminalità transnazionale.

L’elezione di Rodrigo Paz rappresenta un cambiamento significativo nel panorama politico boliviano, segnando una nuova era per il Paese.

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