Tumore gastrico in fase iniziale: l’immunoterapia migliora la sopravvivenza al 69% dopo tre anni

Veronica Robinson

Ottobre 20, 2025

Il congresso annuale della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) ha avuto luogo a Berlino il 20 ottobre 2025, dove è stato presentato uno studio di Fase 3, noto come Matterhorn. Questo studio ha coinvolto 948 pazienti provenienti da 20 paesi e ha messo in luce risultati incoraggianti per il trattamento del tumore gastrico. I dati hanno dimostrato che l’impiego del farmaco durvalumab in combinazione con la chemioterapia durante il periodo perioperatorio aumenta in modo significativo le possibilità di guarigione.

Il panorama del tumore gastrico

Il tumore gastrico è riconosciuto come la quinta neoplasia più comune a livello mondiale e rappresenta la quinta causa di morte per cancro. Nel 2022, sono stati registrati circa un milione di nuovi casi, con un triste bilancio di circa 660.000 decessi. L’aumento dell’incidenza è particolarmente preoccupante tra i pazienti sotto i 50 anni, un fenomeno che si riscontra anche in altre forme di neoplasie gastrointestinali. Grazie ai progressi della ricerca oncologica, attualmente si stima che, adottando un approccio immunoterapico perioperatorio che include durvalumab e chemioterapia, il 69% dei pazienti con tumore gastrico in stadio precoce, operabile e localmente avanzato, riesca a sopravvivere a tre anni dall’intervento chirurgico.

Analisi dei risultati dello studio Matterhorn

I risultati dello studio Matterhorn, presentati a Berlino, hanno evidenziato che il nuovo regime terapeutico ha portato a una riduzione del rischio di morte del 22% rispetto all’impiego esclusivo della chemioterapia. I partecipanti allo studio hanno ricevuto durvalumab in un regime neoadiuvante, prima dell’intervento chirurgico, in associazione alla chemioterapia, seguito da un trattamento adiuvante post-operatorio con durvalumab. I dati hanno mostrato che il 69% dei pazienti trattati con il regime a base di durvalumab era vivo a tre anni, in confronto al 62% del gruppo di controllo che ha ricevuto solo chemioterapia.

Le opinioni degli esperti

Il dottor Lorenzo Fornaro, oncologo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, ha commentato l’importanza di questi risultati, descrivendoli come una vera e propria speranza per i pazienti affetti da tumore gastrico e da neoplasie della giunzione gastro-esofagea. Questi tumori sono notoriamente complessi da trattare e presentano una prognosi sfavorevole nonostante le terapie chirurgiche e la chemioterapia. L’introduzione del regime con durvalumab potrebbe rappresentare un nuovo standard terapeutico, considerando l’incremento del numero di pazienti vivi a tre anni.

Il dottor Alessandro Pastorino, dirigente medico di oncologia presso l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ha sottolineato come questo studio dimostri un miglioramento significativo delle probabilità di guarigione grazie a durvalumab, che si afferma come il primo immunoterapico a mostrare vantaggi nel contesto perioperatorio. In Italia, oltre 72.000 persone sono affette da neoplasia gastrica, con tassi di sopravvivenza a cinque anni ancora bassi, rendendo necessari nuovi approcci terapeutici, specialmente per i tumori in fase iniziale.

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