Istat: in Italia prosegue il calo delle nascite, fecondità ai minimi nel 2024

Veronica Robinson

Ottobre 21, 2025

La situazione demografica in Italia continua a mostrare un trend negativo, con un ulteriore calo delle nascite. Nel 2024, il numero totale di nati ha raggiunto le 369.944 unità, segnando una diminuzione del 2,6% rispetto all’anno precedente. I dati provvisori relativi al periodo gennaio-luglio 2025 indicano un abbassamento di circa 13.000 nascite rispetto allo stesso intervallo del 2024, corrispondente a una flessione del 6,3%. Queste informazioni sono state rilasciate dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) in un report pubblicato oggi. La media di figli per donna ha toccato un minimo storico, attestandosi a 1,18 nel 2024, in calo rispetto all’1,20 del 2023. La stima provvisoria per i primi sette mesi del 2025 mostra una fecondità di 1,13.

Andamento delle nascite in calo

Dal 2008, l’andamento delle nascite in Italia è in costante diminuzione. Quell’anno, il numero di nati vivi superava le 576.000 unità, ma da allora il totale è diminuito di quasi 207.000 nascite, corrispondente a una perdita del 35,8%. Questo calo non è solo il risultato di una bassa propensione a fare figli, che nel 2024 si attesta a 1,18 figli per donna, ma è anche influenzato dalla riduzione del numero di potenziali genitori, che provengono da generazioni sempre più ridotte, nate a partire dalla metà degli anni Settanta. In quel periodo, la fecondità era superiore a 2 figli per donna, mentre nel 1995 è scesa a 1,19.

Calo delle nascite per regione

Analizzando i dati provvisori di gennaio-luglio 2025, si evidenziano le regioni con il calo più significativo delle nascite: l’Abruzzo ha registrato una diminuzione del 10,2%, mentre la Sardegna ha visto un abbassamento del 10,1%. In entrambe le regioni, il calo nel 2024 rispetto al 2023 era stato meno marcato, con una riduzione rispettivamente dell’1,0% e dello 0,1%. Altre regioni che mostrano una diminuzione delle nascite includono l’Umbria (-9,6%), il Lazio (-9,4%) e la Calabria (-8,4%). Le diminuzioni più contenute si riscontrano in Basilicata (-0,9%), nelle Marche (-1,6%) e in Lombardia (-3,9%). Le uniche regioni a registrare un incremento sono la Valle d’Aosta (+5,5%) e le province autonome di Bolzano (+1,9%) e Trento (+0,6%).

Evoluzione della fecondità femminile

L’analisi delle generazioni di donne che hanno completato il loro periodo riproduttivo, compreso tra i 15 e i 49 anni, rivela una continua diminuzione della fecondità. Le donne nate nel 1947, ultima generazione a raggiungere il livello di ricambio generazionale, avevano una media di 2,01 figli per donna. Questo numero è sceso a 1,44 per le donne nate nel 1975, che nel 2024 hanno compiuto 49 anni. Parallelamente, si osserva un aumento delle donne senza figli: il 10% delle donne nate nel 1947 non ha avuto figli, mentre nella coorte del 1975 questa percentuale è salita quasi al 23%. Questo fenomeno riflette le difficoltà legate alla genitorialità e suggerisce l’emergere di scelte di vita alternative.

Nati da genitori stranieri

Nel 2024, il numero di nati da genitori con almeno un partner straniero è rimasto sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. Queste nascite rappresentano il 21,8% del totale, passando da 80.942 nel 2023 a 80.761. Dal 2012, anno in cui si era registrato un incremento, il numero di nati da genitori stranieri è diminuito di oltre 27.000 unità. I nati da coppie miste, ovvero con un genitore italiano e uno straniero, costituiscono l’8,1% del totale e hanno mostrato un lieve aumento rispetto al 2023 (+2,3%), raggiungendo 30.168 unità. La percentuale di nati da almeno un genitore straniero è più alta nelle regioni del Centro-Nord, dove la presenza straniera è più consolidata. Nel Nord, il 30,6% dei nati ha almeno un genitore straniero, mentre nel Centro la percentuale è del 24%. Al Sud, invece, l’incidenza scende al 9,3%. L’Emilia-Romagna si conferma tra le regioni con la più alta incidenza di nati stranieri, con il 21,9%, seguita dalla Liguria con il 21,3%.

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