Leader europei: “Putin persiste nella scelta della violenza e della devastazione”

Rosita Ponti

Ottobre 21, 2025

Il desiderio di una pace giusta e duratura per il popolo ucraino continua a unirci. Questa posizione è condivisa da diversi leader mondiali, tra cui il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha recentemente ribadito l’importanza di un immediato cessate il fuoco nel conflitto in corso. La proposta di Trump prevede che l’attuale linea di contatto diventi il punto di partenza per i negoziati, un approccio che sottolinea la necessità di rispettare i confini internazionali senza ricorrere alla forza.

Manovre dilatorie della Russia

Le manovre dilatorie della Russia hanno evidenziato come l’Ucraina sia l’unica parte realmente interessata a raggiungere la pace. La comunità internazionale osserva con preoccupazione che il presidente russo, Vladimir Putin, continua a optare per la violenza e la distruzione, piuttosto che per il dialogo.

Posizione forte dell’Ucraina

In questo contesto, è fondamentale che l’Ucraina si trovi nella posizione più forte possibile, sia durante che dopo qualsiasi accordo di cessate il fuoco. È necessario intensificare la pressione sull’economia russa e sulla sua industria della difesa, affinché Putin possa essere spinto a considerare seriamente un accordo di pace. Le autorità stanno lavorando a misure concrete per sfruttare il valore dei beni sovrani immobilizzati della Russia, garantendo così all’Ucraina le risorse necessarie per affrontare la situazione.

Incontro cruciale in arrivo

Un incontro cruciale si terrà nei prossimi giorni, in occasione del Consiglio europeo e della Coalizione dei volenterosi, dove i leader discuteranno le strategie per sostenere ulteriormente l’Ucraina e proseguire con gli sforzi per una risoluzione pacifica del conflitto.

Dichiarazione dei leader europei

Questa dichiarazione è stata rilasciata dai principali leader europei, tra cui il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, il primo ministro britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro italiano Giorgia Meloni, il primo ministro polacco Donald Tusk, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente portoghese António Costa, il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre, il presidente finlandese Alexander Stubb e il primo ministro danese Mette Frederiksen.

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