L’inchiesta condotta dalla Procura di Varese ha avuto inizio grazie a un’attenta attività di monitoraggio in un’area boschiva del Comune di Malnate, nota per il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. In questo contesto, è stata individuata una postazione di spaccio gestita da tre uomini di origine nordafricana. Utilizzando tecnologie avanzate come visori notturni e droni, le forze dell’ordine hanno potuto seguire da vicino gli spostamenti e le abitudini quotidiane dei sospetti, riuscendo a localizzare anche il loro bivacco, opportunamente nascosto a una certa distanza dal luogo di attività illecita.
Indagini e scoperte significative
Le indagini, che si sono svolte in un breve lasso di tempo, hanno rivelato dettagli significativi riguardo alla rete di spaccio. Secondo quanto emerso, un trapper locale sarebbe stato il fornitore di droga e armi, queste ultime già sottoposte a sequestro. I tre pusher, arrestati durante l’operazione, sono stati identificati come i principali responsabili dello spaccio nella zona. Uno di loro è accusato di estorsione, mentre per gli altri si parla di reati strettamente legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Approfondimenti e necessità di intervento
Le autorità stanno ora approfondendo la questione per comprendere l’ampiezza della rete di distribuzione e il coinvolgimento di ulteriori soggetti. L’operazione ha messo in luce non solo il problema dello spaccio in aree boschive, ma anche la necessità di un intervento più incisivo per contrastare queste attività illecite che minacciano la sicurezza della comunità .