Pressing degli Stati Uniti su Israele, Hamas restituisce un ulteriore corpo

Rosita Ponti

Ottobre 21, 2025

Le tensioni nella Striscia di Gaza continuano a intensificarsi, con report che indicano il lancio di 153 tonnellate di bombe in un solo giorno, provocando ulteriori vittime tra la popolazione civile. La situazione si complica ulteriormente con la riapertura dei valichi di Kerem Shalom e Kissufim, mentre a Il Cairo i negoziatori di Hamas si riuniscono per discutere della “fase 2” del conflitto.

Il bilancio delle vittime e le operazioni di recupero

Nella giornata di ieri, le forze israeliane hanno condotto un attacco massiccio sulla Striscia di Gaza, causando la morte di decine di persone. Secondo le autorità palestinesi, il numero dei morti è in costante aumento, con la popolazione locale che vive nel terrore dei bombardamenti incessanti. Il direttore del ministero della Sanità di Gaza, il dottor Munir al Bursh, ha confermato che il numero di vittime continua ad aumentare. I rapporti indicano che le operazioni di soccorso sono ostacolate dai continui attacchi aerei, rendendo difficile l’accesso alle zone colpite.

Nel frattempo, il governo israeliano ha dichiarato che le operazioni militari continueranno fino a quando non sarà raggiunto un accordo definitivo. La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è critica, con ospedali sovraccarichi e scorte di cibo e medicinali in esaurimento. Le organizzazioni umanitarie stanno lanciando appelli per un intervento internazionale immediato.

Il rientro dei corpi e le accuse di torture

Recentemente, sono stati restituiti 135 corpi di palestinesi, la maggior parte dei quali provenienti dal carcere di Sde Teiman, un noto centro di detenzione nel deserto del Negev. Le autorità sanitarie di Gaza hanno confermato che i corpi sono stati identificati grazie a etichette in ebraico, che indicano chiaramente la loro provenienza. Le accuse di torture e maltrattamenti nei confronti dei detenuti a Sde Teiman sono state sollevate da diverse fonti, inclusi attivisti per i diritti umani.

Il dottor al Bursh ha dichiarato che le etichette sui corpi indicano che sono stati effettuati test del DNA, suggerendo che le autorità israeliane stessero conducendo esperimenti sui detenuti. Questa rivelazione ha suscitato indignazione tra le organizzazioni per i diritti umani, che chiedono un’indagine approfondita sulle condizioni di detenzione e sui trattamenti riservati ai prigionieri palestinesi.

Il corpo di un ostaggio nepalese restituito

In un altro sviluppo, il corpo di Bipin Joshi, uno studente nepalese rapito a Gaza, è stato restituito da Hamas e rimpatriato in Nepal. Joshi faceva parte di un gruppo di studenti che si trovava nel sud di Israele al momento dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Le autorità nepalesi hanno confermato che il corpo è stato trasportato dall’aeroporto internazionale Ben Gurion di Israele a Kathmandu lunedì. Il primo ministro nepalese, Sushila Karki, ha reso omaggio a Joshi durante una cerimonia all’aeroporto, sottolineando la perdita tragica subita dalla sua famiglia e dalla comunità.

Pressioni internazionali e diplomazia in corso

Nella giornata di ieri, gli emissari del presidente Donald Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner, hanno incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere della situazione attuale. Durante gli incontri, hanno esortato Netanyahu a non intraprendere azioni che possano compromettere il cessate il fuoco. Gli emissari hanno espresso la necessità di mantenere la tregua per facilitare il progresso verso una soluzione diplomatica duratura.

Oggi, il vicepresidente americano JD Vance è atteso in Israele per continuare la discussione sui piani di pace e sulla gestione della crisi in corso. Le pressioni internazionali stanno crescendo affinché entrambe le parti raggiungano un accordo che possa garantire la sicurezza e la stabilità nella regione.

Violazioni della tregua e attacchi in corso

Hamas ha denunciato che, dall’inizio della tregua, almeno 97 civili sono stati uccisi da attacchi israeliani, con oltre 230 feriti. Le autorità di Gaza hanno affermato che sono state registrate 80 violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele. Queste violazioni includono bombardamenti indiscriminati e attacchi mirati contro la popolazione civile, un chiaro segnale di come la situazione rimanga tesa e instabile.

Il governo israeliano ha risposto a queste accuse sostenendo che le operazioni militari sono necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini israeliani e per combattere le minacce provenienti da Hamas. Le tensioni rimangono elevate, con entrambe le parti che si accusano a vicenda di violazioni e aggressioni.

La situazione in Gaza continua a evolversi, con il rischio di un ulteriore deterioramento della sicurezza e delle condizioni umanitarie. Le comunità locali vivono in uno stato di paura e incertezza, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione.

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