Il 2025 segna un momento cruciale per l’Unione Europea, poiché i ministri dell’Energia dei vari Stati membri hanno approvato, con una maggioranza significativa, la proposta della Commissione Europea per porre fine alle importazioni di gas dalla Russia. Questa decisione, che ha visto l’opposizione di Ungheria e Slovacchia, rappresenta un passo decisivo verso l’indipendenza energetica dell’Unione. Lo stop non si limita al gas tradizionale, ma include anche il gas naturale liquefatto proveniente da Mosca, e sarà attuato in tre fasi distinte.
Tempistiche di attuazione
Dal primo gennaio 2026, sarà vietato stipulare nuovi contratti per l’acquisto di gas russo. Gli accordi a breve termine già in essere dovranno concludersi entro il 17 giugno 2026, mentre i contratti a lungo termine dovranno essere disdetti entro il 31 dicembre 2027. Questa pianificazione temporale è stata concepita per garantire una transizione ordinata e sostenibile verso fonti di approvvigionamento energetico alternative.
La posizione della Commissione europea
Dan Jorgensen, commissario europeo all’Energia, ha dichiarato che l’Unione Europea potrà finalmente raggiungere la sua tanto auspicata indipendenza energetica. La strategia delineata dalla Commissione è parte integrante della tabella di marcia REPowerEu, che mira a garantire non solo la sicurezza dell’approvvigionamento per i cittadini europei, ma anche a fornire supporto all’Ucraina, attualmente sotto attacco da parte delle forze russe. Jorgensen ha sottolineato che, attraverso questa iniziativa, non si finanzierà più la “macchina di guerra russa”, contribuendo a una maggiore stabilità nella regione.
Modifiche ai contratti esistenti
Le nuove disposizioni prevedono che le modifiche ai contratti già esistenti saranno ammesse solo per scopi operativi specifici e definiti, senza possibilità di aumentare i volumi contrattati. Tuttavia, sono previste alcune flessibilità per gli Stati membri che non hanno accesso diretto al mare, per garantire che possano continuare a ricevere forniture energetiche in modo adeguato.
Questa manovra strategica non solo rappresenta un cambio di rotta per l’Unione Europea, ma segna anche un passo importante verso la diversificazione delle fonti di energia e la riduzione della dipendenza da fornitori esterni, in un contesto geopolitico sempre più complesso. La decisione è stata accolta con favore da molti, mentre altri, come Ungheria e Slovacchia, continuano a esprimere preoccupazioni riguardo alle possibili conseguenze economiche e sociali di tale provvedimento.
