A Londra, Denise Bacon, una logopedista in pensione di 65 anni, ha recentemente riacquistato la possibilità di suonare il clarinetto grazie a un intervento innovativo di stimolazione cerebrale profonda. La donna, originaria di Crowborough, East Sussex, aveva abbandonato la sua passione musicale a causa dei sintomi debilitanti del morbo di Parkinson, che le impedivano di muoversi con agilità.
Intervento e tecnologia innovativa
L’operazione, svolta il 15 marzo 2025 presso il prestigioso King’s College Hospital di Londra, è stata condotta dal professor Keyoumars Ashkan, specialista nel campo delle neuroscienze. Durante l’intervento durato quattro ore, sono stati impiantati elettrodi nel cervello di Denise attraverso piccole aperture nel cranio, i quali sono stati collegati a un generatore di impulsi simile a un pacemaker. Questo dispositivo è progettato per inviare segnali elettrici mirati al cervello, contribuendo così a migliorare i disturbi del movimento che non rispondono ai farmaci.
Miglioramenti e risultati
Durante la procedura, Denise è rimasta sveglia e ha avuto l’opportunità di suonare il clarinetto, dimostrando un immediato miglioramento nella mobilità delle dita e nella coordinazione motoria. Il professor Ashkan ha sottolineato l’importanza della stimolazione cerebrale profonda, una tecnica riconosciuta per il trattamento di disturbi motori complessi. La paziente ha optato per un generatore ricaricabile impiantato nel torace, il quale monitora e regola automaticamente la stimolazione cerebrale, assicurando così risultati duraturi.
Testimonianza e impatto della tecnologia
Denise ha espresso la sua gioia per i progressi ottenuti: “La stimolazione ha subito migliorato il movimento della mia mano destra e la mia capacità di suonare il clarinetto. La cosa più bella è che non vedevo l’ora di riprendere a suonare. Ora sto già tornando a camminare meglio e non vedo l’ora di tornare in piscina e a ballare”. La sua esperienza rappresenta un’importante testimonianza dell’impatto positivo che la tecnologia medica può avere sulla vita delle persone affette da malattie neurodegenerative.
