La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva che esclude qualsiasi collegamento tra Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri e Cosa Nostra. Questo pronunciamento è avvenuto il 15 gennaio 2025, quando la Corte ha respinto il ricorso presentato dalla procura generale di Palermo, la quale aveva richiesto l’adozione di misure di sorveglianza speciale e la confisca dei beni in relazione all’ex senatore di Forza Italia e ai suoi familiari.
Decisione della corte di cassazione
La decisione della Corte di Cassazione conferma le precedenti valutazioni della Corte d’Appello di Palermo, che aveva già rigettato le richieste della procura. Nella motivazione, i giudici hanno sottolineato che non è mai stata dimostrata, in sede processuale, alcuna attività di riciclaggio riconducibile a Cosa Nostra nelle aziende di Berlusconi. La Corte ha evidenziato che né in fase iniziale né in una successiva analisi sono emersi elementi concreti a sostegno di tali accuse. Anche il tribunale di primo grado aveva respinto le tesi accusatorie, definendole semplicistiche e non supportate da prove adeguate.
Riconoscimenti economici e commenti politici
Secondo la suprema corte, i riconoscimenti economici ricevuti da Dell’Utri sono da considerarsi il risultato di un’amicizia consolidata, e l’ipotesi che Berlusconi avrebbe versato denaro per garantire il silenzio di Dell’Utri riguardo a presunti accordi con la mafia è stata giudicata illogica e priva di fondamento. Il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ha commentato con soddisfazione la sentenza, affermando che essa rappresenta la cancellazione di anni di menzogne e calunnie nei confronti di Berlusconi e Dell’Utri.
Punto fermo nella vicenda giudiziaria
Questa sentenza segna un punto fermo in una vicenda giudiziaria che ha suscitato grande attenzione mediatica e politica, ribadendo l’assenza di prove concrete a sostegno delle accuse formulate nei confronti dei due esponenti di Forza Italia.
