La sinergia tra la Guarda di Finanza e i Carabinieri dei comandi provinciali di Torino, sotto la supervisione della Procura, ha portato a un’importante operazione contro il contrabbando. Nel mese di marzo del 2025, le forze dell’ordine hanno scoperto e sequestrato cinque impianti di produzione e due magazzini per la conservazione di sigarette di contrabbando. All’interno di questi siti, sono state rinvenute oltre 230 tonnellate di tabacco lavorato proveniente da paesi extra Unione Europea, insieme a circa 22 tonnellate di sigarette, molte delle quali già confezionate con marchi noti e contraffatti. Complessivamente, sono stati trovati 538 milioni di componenti, tra filtri e cartoncini. Le stime indicano che siano stati prodotti almeno 35 milioni di pacchetti, generando un profitto di 175 milioni di euro, con un’evasione fiscale stimata di 112 milioni di euro per le accise e 28 milioni di euro per l’IVA. Otto persone sono state arrestate.
Operazione chain smoking
L’operazione, denominata ‘Chain Smoking’, non si è limitata a combattere il contrabbando di tabacchi lavorati, ma ha affrontato anche reati più gravi come la riduzione in schiavitù, la tratta di esseri umani, l’intermediazione illecita e lo sfruttamento lavorativo. Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, insieme alla compagnia dei Carabinieri di Venaria Reale, ha scoperto i siti di produzione e i magazzini, che erano celati in aree industriali. Questi stabilimenti erano dotati di linee produttive complete di costosi macchinari e strumenti tecnologici. I depositi si trovavano nei quartieri settentrionali di Torino, come Madonna di Campagna, Barca e Rebaudengo, e nei comuni limitrofi di Caselle Torinese e Venaria Reale. Per eludere i controlli, gli impianti erano alimentati da gruppi elettrogeni, evitando così di rendere evidente l’attività produttiva attraverso i picchi di consumo elettrico.
Condizioni di sfruttamento e sicurezza
Le finestre degli stabilimenti erano oscurate, e all’interno gli ambienti erano illuminati solo artificialmente. Erano presenti alloggiamenti per il personale, proveniente da Paesi dell’Est europeo, che viveva in condizioni di sfruttamento e senza rispettare le norme di sicurezza. I lavoratori erano di fatto rinchiusi nelle fabbriche, costretti a turni massacranti e privati di ogni forma di tutela. Le perizie effettuate su alcune linee di assemblaggio hanno calcolato che ciascuna potesse produrre fino a 48 mila pacchetti di sigarette al giorno, traducendosi in un volume di mercato illegale di almeno 35 milioni di pacchetti, corrispondenti a circa 700 tonnellate di prodotto. Gli otto arresti effettuati in flagranza hanno coinvolto individui di nazionalità ucraina, rumena e moldava.
Gestione del materiale sequestrato
A seguito dei sequestri, sono stati coinvolti l’ufficio di Torino dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, insieme al comando provinciale dei Vigili del Fuoco, per la gestione dell’enorme quantitativo di materiale sequestrato. Grazie alla collaborazione della Città metropolitana di Torino, il materiale è stato distrutto. La Procura di Torino sta attualmente valutando eventuali aspetti di competenza della Procura Europea, segno di un’operazione che ha sollevato questioni di rilevanza internazionale.
