Quando il silenzio pesa più del rifiuto: analisi sul fenomeno del ghosting

Veronica Robinson

Ottobre 22, 2025

Un’indagine condotta da un gruppo di psicologi dell’Università di Milano-Bicocca ha messo in luce aspetti significativi del fenomeno del ghosting, definito come l’interruzione improvvisa di ogni forma di comunicazione senza alcuna spiegazione. La ricerca, pubblicata il 22 ottobre 2025 sulla rivista ‘Computers in Human Behavior’, ha rivelato che tale comportamento provoca una sofferenza psicologica più intensa e duratura rispetto a una chiusura esplicita di una relazione. I ricercatori, tra cui figurano i nomi di Alessia Telari, Luca Pancani e Paolo Riva, hanno approfondito come il ghosting possa influenzare le emozioni di chi lo subisce, sia nel contesto romantico che in quello amicale o professionale.

Il contesto della ricerca

Il team di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca ha avviato un’indagine sul ghosting per esaminare le reazioni psicologiche delle persone coinvolte. L’analisi non si è limitata alle relazioni amorose, ma ha incluso anche quelle amicali e lavorative, con l’intento di comprendere l’impatto di questa forma di esclusione sociale digitale. I ricercatori hanno messo in discussione l’idea che sparire sia una modalità più delicata per chiudere una relazione, suggerendo invece che il ghosting possa essere considerato una forma di ostracismo. Questa prospettiva ha permesso di osservare in tempo reale le reazioni delle persone a un’interruzione della comunicazione, evidenziando l’importanza di mantenere una comunicazione chiara anche nei rapporti che possono apparire superficiali.

La metodologia utilizzata nello studio

Per condurre lo studio, i ricercatori hanno adottato un approccio sperimentale che ha coinvolto partecipanti in conversazioni quotidiane tramite chat. Ogni giorno, i soggetti hanno compilato questionari relativi alle loro emozioni e percezioni. Durante l’esperimento, alcuni partecipanti hanno sperimentato un episodio di ghosting, mentre altri hanno ricevuto un rifiuto esplicito o hanno continuato a comunicare normalmente. Questa metodologia ha permesso di monitorare l’evoluzione del disagio emotivo nel tempo, evidenziando come il silenzio prolungato del ghosting possa generare effetti più duraturi rispetto a un rifiuto diretto. La dottoressa Telari ha messo in evidenza che, sebbene entrambi i fenomeni generino risposte negative, il ghosting tiene le persone in uno stato di incertezza, ostacolando il processo di chiusura emotiva.

Le scoperte emerse dalla ricerca

I risultati dello studio hanno chiaramente dimostrato che l’interruzione di una relazione provoca dolore, indipendentemente dalla modalità di chiusura. Tuttavia, il rifiuto esplicito tende a generare una reazione emotiva immediata e intensa, seguita da un graduale recupero. Al contrario, il ghosting lascia le persone in uno stato di confusione e incertezza, prolungando il dolore e il senso di esclusione. Coloro che subiscono il ghosting tendono a percepire l’altra persona come meno morale rispetto a chi ha ricevuto un rifiuto diretto. La dottoressa Telari ha sottolineato l’importanza della comunicazione, anche nel caso di chiusure di relazioni considerate poco significative. Comprendere le reazioni al ghosting può rivelarsi utile per gestire meglio le rotture digitali e promuovere interazioni più consapevoli ed empatiche nel contesto online.

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