Si avvicina un possibile accordo tra Chiara Ferragni e una delle consumatrici coinvolte nel caso del Pandoro “Pink Christmas”, attualmente sotto indagine per truffa aggravata a Milano. La donna, nota come “nonna Adriana”, una pensionata di 76 anni, aveva acquistato il dolce natalizio e, a settembre, si era costituita parte civile nel processo che vede imputata l’influencer insieme ad altre due persone. Il risarcimento, stimato intorno ai 500 euro, potrebbe indurla a ritirare formalmente la propria istanza nella prossima udienza, fissata per il 4 novembre. I legali della pensionata hanno sottolineato che la loro assistita “voleva fare beneficenza” e ha compreso ad aprile che l’iniziativa non aveva avuto l’esito sperato.
La transazione: risarcimento e revoca della parte civile
La questione ruota attorno alla vendita del Pandoro “Pink Christmas”, presentato come progetto benefico, ma che ha attirato l’attenzione della Procura di Milano per presunti illeciti riguardanti i fondi destinati alla beneficenza. La pensionata aveva l’intento di sostenere una causa solidale, ma la campagna promozionale legata al dolce è stata oggetto di critiche per le irregolarità riscontrate.
Se l’accordo economico tra la donna e Chiara Ferragni venisse confermato, si arriverebbe alla chiusura del contenzioso individuale, mantenendo però aperto il procedimento principale. Per la 76enne, si tratterebbe di un ristoro simbolico, in linea con il danno inizialmente quantificato in circa 500 euro.
Udienza del 4 novembre: cosa aspettarsi in aula
Nell’imminente udienza predibattimentale, il giudice dovrà prendere atto della revoca della parte civile e valutare le richieste presentate da due associazioni di consumatori, che hanno chiesto di essere riconosciute come parti lese. Durante l’udienza, si discuterà anche l’eventuale ammissione di riti alternativi, con la possibilità che l’influencer opzioni per un rito abbreviato, che comporterebbe un processo più spedito e una potenziale riduzione della pena in caso di condanna.
Le altre parti civili e l’ammissione dei riti alternativi
Il procedimento include anche un secondo filone d’inchiesta legato alle “uova di Pasqua”, un’iniziativa promozionale con finalità benefiche. L’inchiesta ha coinvolto tre imputati, tra cui Chiara Ferragni, che ha sempre affermato di essere estranea ai reati contestati e di garantire la trasparenza delle sue attività imprenditoriali.
Possibile sentenza a gennaio
Nel caso in cui si proceda con il rito abbreviato, sono già state fissate due date cruciali: 25 novembre e 19 dicembre, che potrebbero segnare il termine della fase dibattimentale. La sentenza potrebbe essere emessa già a gennaio 2026, a meno di imprevisti o rinvii.
