Lancet: la crisi climatica in Italia si manifesta attraverso siccità e ondate di calore

Veronica Robinson

Ottobre 29, 2025

Il cambiamento climatico sta infliggendo un duro colpo all’Italia, con conseguenze devastanti per la salute pubblica, i mezzi di sussistenza e l’economia. Queste informazioni emergono dal focus nazionale allegato al nono rapporto globale del Lancet Countdown on Health and Climate Change, un’analisi dettagliata realizzata in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e guidata dall’University College London. L’analisi mette in evidenza come il nostro Paese sia uno dei più vulnerabili all’aumento delle temperature e alle ondate di calore estremo.

Morti per ondate di calore in aumento

Nel 2024, gli italiani hanno affrontato in media 46 giorni di ondate di calore, con esperti che avvertono che il 72% di questi giorni non si sarebbero verificati senza l’influenza del cambiamento climatico. Tra il 2012 e il 2021, l’Italia ha registrato una media annuale di circa 7.400 decessi correlati al calore, cifra che ha più che raddoppiato rispetto alla media del decennio 1990-1999. Questo dato è allarmante e rappresenta un record, segnalando un aumento delle temperature che ha portato a 434 ore in più di calore ambientale a rischio moderato o maggiore per le attività all’aperto, rispetto agli anni ’90.

Le conseguenze economiche del caldo

Il caldo estremo non minaccia solo la salute, ma sta anche erodendo in modo significativo il tessuto economico dell’Italia, in particolare in settori cruciali. Nel solo 2024, l’esposizione al calore ha comportato la perdita di 364 milioni di ore di lavoro potenziali, corrispondenti a 15 ore per persona, segnando un aumento del 181% rispetto al periodo 1990-1999. Il settore dell’edilizia ha subito il colpo più duro, rappresentando il 40% di queste perdite. Gli autori del rapporto avvertono che il ritardo nella transizione dai combustibili fossili a un’energia sostenibile sta costando vite umane e mettendo a dura prova l’economia.

Inquinamento atmosferico e salute pubblica

La situazione si aggrava ulteriormente a causa dell’inquinamento atmosferico. Nonostante le emissioni di PM2.5 di origine antropica siano diminuite rispetto al 2010, l’Italia ha registrato nel 2022 il tasso di mortalità più alto in Europa per inquinamento atmosferico da combustibili fossili liquidi e gassosi, con 41 decessi ogni 100.000 persone. Tra il 2020 e il 2024, il fumo dei roghi boschivi ha causato una media stimata di 1.100 morti all’anno. Inoltre, dei 63.700 decessi associati alle polveri sottili (PM2.5) di origine antropica, la combustione di benzina per i trasporti su strada e l’uso di biomassa solida nel settore domestico hanno contribuito in modo significativo, causando circa 19.900 decessi ciascuno nel 2022.

Impatto della siccità e aumento delle temperature marine

A completare questo quadro preoccupante, la siccità ha colpito in modo estremo il 60,9% del territorio italiano tra il 2020 e il 2024. Inoltre, la temperatura media della superficie del mare nelle acque costiere italiane ha registrato un aumento di 1,42 °C rispetto alla media storica, minacciando la sicurezza alimentare e idrica. Questi fattori combinati delineano un futuro incerto per l’Italia, richiedendo interventi urgenti per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere la salute e l’economia del Paese.

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