Il reportage mette in luce una situazione critica in Cisgiordania, dove la raccolta delle olive è diventata un atto di resistenza per i palestinesi. Secondo i dati recenti, dal 29 ottobre 2025, si sono registrati 41 attacchi da parte dei coloni ebraici contro i residenti locali, rendendo questa fase dell’anno particolarmente pericolosa. Le organizzazioni umanitarie segnalano che l’esercito israeliano non interviene per fermare tali violenze, lasciando i palestinesi in balia di minacce costanti.
La stagione della violenza in Cisgiordania
La raccolta delle olive, tradizionalmente un momento di celebrazione e comunità, è ora caratterizzata da tensioni e paura. I residenti dei villaggi palestinesi, in particolare quelli nei pressi di Ramallah, si trovano a dover affrontare non solo le difficoltà legate alla raccolta, ma anche il costante rischio di aggressioni. La dottoressa Marina Lalovic, inviata di Rainews24, ha documentato la situazione in un villaggio della zona, dove gli abitanti raccontano di come la loro produzione sia diminuita del 60% a causa delle minacce e degli attacchi.
Le olive, simbolo di pace e speranza, vengono raccolte con apprensione. I palestinesi sono costretti a lavorare rapidamente, temendo che i coloni possano intervenire in qualsiasi momento. Le testimonianze raccolte evidenziano un clima di paura che permea ogni aspetto della vita quotidiana. Gli agricoltori, spesso costretti a rinunciare ai propri terreni, si sentono abbandonati dalle autorità, che non garantiscono la loro sicurezza.
Il ruolo dell’esercito israeliano
Le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato la complicità delle forze armate israeliane, che sembrano tollerare le aggressioni senza intervenire. Questo comportamento ha sollevato interrogativi sulla protezione dei civili palestinesi e sul rispetto dei diritti umani nella regione. Le testimonianze di chi vive in questi villaggi raccontano di una presenza militare che, piuttosto che garantire sicurezza, sembra avallare le azioni dei coloni.
Le autorità israeliane, dal canto loro, giustificano la loro posizione affermando di dover mantenere l’ordine, ma le evidenze sul campo raccontano una storia diversa. I residenti di Ramallah e dei villaggi circostanti continuano a lottare per la loro terra e per la loro dignità, mentre le loro richieste di protezione e giustizia rimangono inascoltate.
La raccolta delle olive, che un tempo rappresentava un momento di unità e tradizione, è ora segnata da una violenza che non sembra avere fine. In questo contesto, la comunità palestinese si trova a dover affrontare una sfida non solo economica, ma anche esistenziale, in un territorio che continua a essere teatro di conflitti e tensioni.
