Unione Nazionale Consumatori commenta i dati Istat sugli stipendi: aumento insufficiente, al di sotto dell’inflazione

Rosita Ponti

Ottobre 29, 2025

Secondo le informazioni divulgate dall’Istat il 10 settembre 2025, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie ha registrato un incremento del 2,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo dato, seppur positivo, è stato definito insufficiente da esperti e rappresentanti dei consumatori, che mettono in evidenza come non riesca a tenere il passo con l’andamento dell’inflazione.

Preoccupazioni sui salari

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha espresso preoccupazione riguardo a questa situazione. “Si tratta di un rialzo misero, che non riesce a compensare l’aumento del costo della vita“, ha affermato Dona. La questione si complica ulteriormente se si considera il confronto tra l’andamento degli stipendi e quello dell’inflazione. A settembre 2025, l’inflazione, misurata attraverso l’indice Nic con tabacchi, si attesta all’1,6%. Tuttavia, i contratti scaduti che non vengono rinnovati in tempo utile portano a una situazione di stallo per i lavoratori.

Rinnovo dei contratti

Dona ha sottolineato che il tempo medio di attesa per il rinnovo dei contratti scaduti è di ben 27,9 mesi. Questo significa che i contratti attualmente in fase di rinnovo non riguardano quelli scaduti a settembre 2025, ma piuttosto quelli scaduti oltre due anni fa. Per avere un quadro più chiaro, è necessario fare un confronto con maggio 2023, quando l’inflazione si attestava al 7,6%, o con il dato medio del 2023, pari al 5,7%.

Necessità di interventi governativi

Inoltre, Dona ha richiamato l’attenzione sulla necessità di recuperare le perdite subite nel 2022, anno in cui l’inflazione ha raggiunto il 8,1%. “Il Governo dovrebbe riconsiderare le proprie manovre e continuare a sostenere il taglio del cuneo fiscale per i redditi più bassi, piuttosto che favorire chi guadagna 50 mila euro, una categoria che non ha bisogno di aiuti”, ha aggiunto il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Affrontare il problema dei salari

Infine, Dona ha evidenziato l’importanza di affrontare in modo strutturale il problema del mancato adeguamento dei salari al costo della vita. “È fondamentale ripristinare la scala mobile in base all’inflazione programmata, almeno per chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro“, ha concluso Dona, lasciando aperta la questione su come il Governo intenda affrontare queste problematiche in futuro.

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