Il tema delle dipendenze in Italia ha assunto una rilevanza crescente, specialmente in relazione ai servizi di emergenza sanitaria. Recentemente, è emerso che circa il 10% degli accessi al Pronto Soccorso riguarda minorenni, un dato allarmante che evidenzia la necessità di un intervento strutturale. Durante il XIV Congresso Nazionale di Federserd, tenutosi nel mese di gennaio 2025, la Fondazione GIMBE ha presentato un’analisi approfondita sulla situazione attuale dei Servizi per le Dipendenze (SerD), mettendo in luce le carenze nel personale e l’inefficienza dei servizi.
Situazione attuale dei servizi per le dipendenze
Nel corso dell’analisi condotta dalla Fondazione GIMBE, il presidente Nino Cartabellotta ha sottolineato come l’attuale organizzazione dei servizi per le dipendenze in Italia presenti gravi lacune. Attualmente, il sistema è caratterizzato da una frammentazione e da una disomogeneità che compromettono l’efficacia del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Cartabellotta ha affermato che l’efficacia dei servizi dipende spesso dalla buona volontà di professionisti e operatori, piuttosto che da una programmazione adeguata. Questo immobilismo normativo ha portato a una situazione in cui le dipendenze rappresentano una vera e propria anomalia all’interno del sistema sanitario.
Nel 2024, sono stati registrati 8.378 accessi al Pronto Soccorso per patologie legate all’uso di sostanze, con un incremento del numero di minorenni coinvolti. Tra i pazienti, il 47% ha richiesto assistenza per psicosi indotte da sostanze. La necessità di un ricovero ospedaliero si è presentata nel 11% dei casi, con un significativo numero di pazienti trasferiti in reparti di psichiatria e terapia intensiva.
Ricoveri ospedalieri e accessi al pronto soccorso
L’analisi dei dati relativi ai ricoveri ospedalieri ha rivelato un aumento significativo delle ospedalizzazioni per patologie correlate all’uso di sostanze. Nel 2023, sono stati registrati 7.382 ricoveri, con un incremento del 13% rispetto all’anno precedente. Questo dato evidenzia un trend in crescita rispetto al 2012, quando il tasso di ricoveri era significativamente inferiore. Le differenze territoriali sono marcate, con il 69% delle ospedalizzazioni concentrate nelle regioni settentrionali.
La situazione è ulteriormente complicata dalla mancanza di personale. Attualmente, il sistema dei SerD è sotto-dimensionato, con una carenza di quasi 1.900 professionisti rispetto agli standard necessari. Cartabellotta ha evidenziato che, sebbene ci siano più strutture ambulatoriali rispetto a quanto previsto, il personale sanitario è insufficiente per garantire un’assistenza adeguata.
Strutture e servizi disponibili
In Italia, l’assistenza per le persone con dipendenze patologiche è garantita da un sistema integrato che coinvolge diverse realtà, tra cui le Aziende Sanitarie Locali e le strutture private. I servizi per le dipendenze si articolano su vari livelli, con 198 servizi di I livello censiti nel 2024. Di questi, la maggior parte è gestita da organizzazioni del privato sociale. Tuttavia, il tasso di accesso ai servizi varia notevolmente da regione a regione, con alcune aree che non dispongono di strutture adeguate.
I servizi ambulatoriali, che operano principalmente sotto il Servizio Sanitario Regionale, sono stati censiti in 1.134 unità nel 2024. Questi servizi sono fondamentali per l’attuazione di programmi terapeutico-riabilitativi e offrono supporto anche ai familiari. La distribuzione del personale in queste strutture è disomogenea, con un numero medio di utenti per operatore che varia significativamente tra le diverse regioni.
Necessità di riorganizzazione e investimenti
La situazione attuale dei servizi per le dipendenze richiede una riorganizzazione urgente. Secondo il Decreto Ministeriale 77, ogni regione dovrebbe garantire un SerD ogni 80.000-100.000 abitanti. Tuttavia, per rispettare tali standard, l’Italia necessiterebbe di un incremento significativo del personale e delle strutture. Cartabellotta ha sottolineato che senza un intervento deciso da parte delle istituzioni, i servizi per le dipendenze continueranno a essere un diritto inaccessibile per molte persone, con un impatto negativo sulla salute pubblica.
La riorganizzazione dei servizi deve essere accompagnata da investimenti strutturali e vincolanti, affinché le strutture per le dipendenze possano diventare parte integrante dell’assistenza territoriale. Questo è essenziale per garantire una presa in carico tempestiva e un reinserimento sociale efficace per i pazienti. La mancanza di attenzione a questo settore rischia di aggravare ulteriormente la situazione, con conseguenze dirette sui costi per il Servizio Sanitario Nazionale e sul benessere della popolazione.
