Giustizia, Mantovano afferma: “La riforma favorisce il merito rispetto alle correnti”

Veronica Robinson

Ottobre 30, 2025

Il 10 gennaio 2025, il Senato italiano è chiamato a votare in via definitiva una significativa riforma costituzionale che prevede non solo la separazione delle carriere tra magistrati, ma anche una revisione del giudizio disciplinare. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha rilasciato un’intervista al Corriere della sera, sottolineando l’importanza della legge di attuazione che dovrà regolare il funzionamento effettivo di queste modifiche.

Le preoccupazioni dell’anm

L’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) ha espresso forti critiche nei confronti di questa riforma, definendola antidemocratica. Mantovano ha ribattuto, affermando che la separazione delle carriere completa un percorso iniziato nel 1989, quando il pubblico ministero è diventato una figura distinta dal giudice. Secondo il sottosegretario, questa riforma mira a ridurre il potenziale condizionamento del giudice da parte delle Procure, in particolare del giudice per le indagini preliminari, che operano in una struttura più vulnerabile. La riforma, quindi, si propone di migliorare sia l’efficienza del sistema giudiziario che le garanzie per i cittadini.

Modifiche al procedimento disciplinare

Riguardo al nuovo procedimento disciplinare, Mantovano ha dichiarato che la creazione di un’Alta corte disciplinare porterà a una maggiore efficienza, poiché l’appartenenza a correnti politiche ha finora rappresentato una sorta di protezione per i magistrati che non adempivano ai loro doveri. Questa “assicurazione” è destinata a scomparire. Rispondendo alle critiche riguardanti la perdita di potere sindacale per coloro che protestano, il sottosegretario ha sottolineato che le manifestazioni dell’Anm non rappresentano l’intera categoria, poiché i magistrati sono circa 10.000. Con la riforma, il merito dovrebbe prevalere sulle correnti.

Le posizioni del governo e il referendum

Mantovano ha dichiarato di non temere un referendum sulla riforma, affermando che la campagna referendaria rappresenta un’opportunità per un confronto costruttivo sui contenuti. Ha avvertito contro atteggiamenti di rivincita nei confronti dei magistrati, sottolineando che una delegittimazione delle toghe sarebbe dannosa per tutti. Ha anche evidenziato che i reali rischi per la democrazia non derivano dalla riforma, ma piuttosto dal fatto che molte decisioni politiche vengono influenzate da provvedimenti giudiziari. Ha citato come esempio la decisione della Corte dei conti di bloccare nuovamente il progetto del Ponte sullo Stretto, considerandola un’ingerenza ingiustificata nelle scelte del governo e del Parlamento.

Il futuro della riforma del premierato

Infine, Mantovano ha accennato alla questione del premierato, affermando che l’attuale priorità del governo è la riforma della giustizia. Ha assicurato che, una volta superata la legge di Bilancio, il tema del premierato tornerà a essere discusso in Parlamento.

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