Raid israeliani causano 104 vittime, tra cui 46 bambini. Ripristinato il cessate il fuoco a Gaza

Rosita Ponti

Ottobre 30, 2025

Dopo 24 ore di intensi bombardamenti, le operazioni militari israeliane sulla Striscia di Gaza hanno subito una pausa, lasciando sul campo un bilancio tragico di 253 feriti. Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha espresso la sua determinazione a “distruggerli” riferendosi a Hamas. La relatrice speciale delle Nazioni Unite, Francesca Albanese, ha accusato 63 Paesi, tra cui l’Italia, di complicità in un presunto genocidio, mentre Maurizio Massari, ambasciatore italiano all’ONU, ha definito il rapporto “privo di imparzialità”. In risposta, Israele ha liquidato le affermazioni di Albanese definendola “una strega”.

Condanna delle Nazioni Unite per i bombardamenti a Gaza

Le Nazioni Unite hanno espresso una ferma condanna per l’uccisione di civili a Gaza a seguito dei bombardamenti israeliani. Il portavoce dell’ONU, Stephane Dujarric, ha dichiarato che il segretario generale ha condannato le uccisioni di civili, tra cui molti bambini, avvenute durante i raid aerei. I bombardamenti hanno colpito diverse aree della Striscia, tra cui Gaza City, Khan Younis e Deir al-Balah, in risposta a presunti attacchi da parte di Hamas. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva ordinato “colpi potenti” contro il gruppo militante dopo che un attacco a Rafah aveva causato la morte di un soldato israeliano.

Rappresaglia secondo Trump

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha commentato il recente attacco israeliano, definendolo un atto di rappresaglia per le perdite subite. Trump ha dichiarato che il cessate il fuoco è stato ripristinato, ma ha sottolineato che Israele ha reagito a provocazioni significative. Durante un’intervista a bordo dell’Air Force One, ha confermato che la situazione è tornata sotto il regime di cessate il fuoco.

Medici Senza Frontiere e il soccorso ai feriti

Il team di Medici Senza Frontiere (MSF) ha riferito di aver assistito centinaia di pazienti gravemente feriti a causa degli attacchi delle forze israeliane. Gli interventi sono stati effettuati presso gli ospedali Al Aqsa, Nasser e Al Shifa. Il dottor Morten Rostrup, un medico di MSF, ha descritto la situazione come disperata, evidenziando il numero allarmante di bambini tra i feriti. Ha condiviso testimonianze di donne e bambini in condizioni critiche, sottolineando che la situazione non può essere considerata un cessate il fuoco.

Accuse di genocidio e reazioni diplomatiche

La relatrice speciale dell’ONU, Francesca Albanese, ha presentato un rapporto di 24 pagine in cui accusa Israele di aver devastato la Striscia di Gaza e ha citato l’Italia tra i 63 Paesi complici del genocidio. Maurizio Massari ha respinto le accuse, definendo il documento privo di credibilità e fuori dal mandato del relatore. Il rappresentante israeliano ha attaccato Albanese, etichettandola come una “strega malvagia”.

Riconoscimenti e tensioni internazionali

Il presidente cinese Xi Jinping ha elogiato Trump per il suo ruolo nel cessate il fuoco, sottolineando l’importanza dei colloqui di pace. Le tensioni internazionali sono aumentate, con accuse reciproche tra i vari attori coinvolti. La giurista italiana ha risposto alle critiche, affermando di avere a cuore la giustizia per il popolo palestinese e di essere sorpresa dalla posizione dell’Italia.

Situazione attuale a Gaza

I bombardamenti israeliani hanno causato la morte di 104 persone, tra cui 46 bambini e 20 donne, secondo fonti locali. Il numero dei feriti è salito a 253, con un’alta percentuale di donne e bambini coinvolti. Le strutture sanitarie della Striscia sono state messe a dura prova dalla situazione emergenziale.

Il rapporto ONU e le accuse di complicità

Il rapporto di Francesca Albanese ha scatenato un acceso dibattito internazionale, con l’Italia accusata di complicità in crimini di guerra. Massari ha ribadito che il documento non è in linea con il mandato del relatore speciale e ha escluso indagini su altri Stati. Le reazioni al rapporto sono state immediate, con accuse di antisemitismo rivolte alla relatrice da parte del rappresentante israeliano.

Israele e il divieto di visite ai detenuti palestinesi

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha firmato un’ordinanza che vieta alla Croce Rossa di visitare i detenuti palestinesi, giustificando la decisione come necessaria per la sicurezza dello Stato. Questo divieto ha suscitato preoccupazioni tra le organizzazioni internazionali per i diritti umani.

Minacce interne al governo israeliano

Il ministro Ben Gvir ha minacciato di lasciare il governo se Netanyahu non procederà all’eliminazione di Hamas. Ha messo in discussione la legittimità del governo, sottolineando che la risposta israeliana deve essere più incisiva di fronte alle provocazioni.

La situazione continua a evolversi, con le tensioni tra Israele e Hamas che rimangono elevate, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione.

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