Senato: approvata la riforma della Giustizia sulla separazione delle carriere con 112 voti favorevoli e 59 contrari

Veronica Robinson

Ottobre 30, 2025

La legge che modifica l’ordinamento giudiziario ha superato la sua quarta e ultima lettura, portando a una significativa ristrutturazione del sistema legale italiano. La nuova normativa prevede la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante, nonché l’istituzione di due Consigli Superiori della Magistratura (CSM) con membri sorteggiati, un passo pensato per limitare l’influenza delle correnti interne. L’approvazione è avvenuta nel Senato il 5 marzo 2025, con un risultato di 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astenuti.

Il commento di Licia Ronzulli sulla riforma

Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, ha espresso il suo entusiasmo per l’approvazione della riforma, definendola un traguardo storico. “Abbiamo lottato, resistito e insistito con determinazione per oltre trent’anni, ma finalmente ce l’abbiamo fatta. Oggi separiamo le carriere e uniamo l’Italia nella fiducia verso il sistema giudiziario”, ha dichiarato Ronzulli. Secondo lei, questa modifica segna l’inizio di un’era di vera imparzialità, restituendo credibilità alla magistratura e speranza ai cittadini. Ha sottolineato l’importanza del referendum che seguirà, invitando gli italiani a esprimere il loro consenso per una giustizia equa e giusta, lontana da strumentalizzazioni politiche.

Le critiche di Peppe De Cristofaro

Peppe De Cristofaro, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra e presidente del gruppo Misto al Senato, ha fortemente criticato la riforma, definendola una mera vendetta politica. Durante il suo intervento in Aula, ha affermato che la maggioranza sta mostrando una preoccupante ossessione per le cosiddette “toghe rosse”. De Cristofaro ha avvertito che ci sarebbero state manifestazioni contro la riforma e ha predetto che, a breve, gli italiani si esprimeranno contro di essa. Ha concluso il suo intervento affermando che la vittoria della maggioranza sarà di breve durata, poiché la popolazione desidera vivere in un’Italia democratica e non in un regime autoritario come quello ungherese.

La discussione sulla riforma dell’ordinamento giudiziario continua a suscitare dibattiti accesi nel panorama politico italiano, evidenziando le divisioni tra le forze politiche e le diverse visioni sul futuro della giustizia nel paese.

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