La maratona di New York, in programma il prossimo 2 novembre 2025, si avvicina e con essa cresce l’attenzione degli atleti verso le previsioni meteorologiche. La comunità dei maratoneti esprime timori per le condizioni climatiche, un rituale diventato consueto negli ultimi anni. Il fenomeno del cambiamento climatico ha iniziato a influenzare anche il mondo dello sport, in particolare le maratone, dove l’innalzamento delle temperature sembra avere un impatto significativo sulle prestazioni degli atleti.
Cambiamento climatico e le sue conseguenze
Studi recenti evidenziano come l’aumento delle temperature stia compromettendo le performance degli sportivi, soprattutto in discipline come la maratona, che richiedono resistenza e sforzo prolungato. Secondo un rapporto di Climate Central, un’organizzazione composta da esperti in medicina e ricerca, l’innalzamento termico provoca una riduzione del flusso sanguigno verso i muscoli, il che si traduce in un abbassamento delle capacità fisiche degli atleti. Questo fenomeno è particolarmente evidente durante le competizioni all’aperto, dove le condizioni climatiche possono variare drasticamente.
L’analisi di 221 gare a livello globale ha rivelato che in 190 di esse si prevede un calo delle prestazioni dei corridori. Un caso emblematico è rappresentato dalla maratona di Berlino, tenutasi il 24 settembre 2025, dove il keniano Sabastian Sawe non è riuscito a raggiungere il record che ambiva a battere. Nonostante la vittoria con un tempo di 2:02:16, il suo risultato è stato lontano dal record di 2:01:09 stabilito da Eliud Kipchoge nel 2022, con condizioni di umidità all’80% e temperature che variavano dai 20 ai 25 gradi.
Impatto del clima sulle competizioni sportive
Le temperature elevate non hanno risparmiato nemmeno i campionati mondiali di atletica tenutisi a Tokyo nel 2025, dove si sono registrati picchi di 30 gradi. Un’ulteriore ricerca condotta da Sports Medicine ha analizzato i dati di circa 2,5 milioni di corridori dal 2003 al 2029, evidenziando un legame diretto tra l’inquinamento atmosferico nelle grandi città e l’aumento dei tempi di corsa. Secondo lo studio, per ogni unità di particolato PM2.5, i tempi di corsa si sono allungati di circa 30 secondi per metro quadro, dimostrando come la maratona, per la sua natura, sia particolarmente vulnerabile a tali condizioni.
La situazione non è limitata alle maratone. Anche il mondo del tennis ha cominciato a risentire di queste problematiche. Nel 2025, i Masters 1000 hanno registrato un numero record di 36 match interrotti per ritiro, con sette di questi avvenuti al terzo turno del torneo di Shanghai. I casi di atleti come Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sono stati particolarmente eclatanti, mentre Novak Djokovic ha abbandonato il campo a causa delle condizioni estreme.
Sport invernali e futuro
Un aspetto preoccupante riguarda anche gli sport invernali. Uno studio pubblicato su The Lancet Planetary Health ha avvertito che entro il 2050, il 50% delle località che hanno ospitato le Olimpiadi invernali potrebbero affrontare gravi problemi legati alla scarsità di neve. Questo scenario mette in discussione non solo il futuro delle competizioni, ma anche la sostenibilità degli sport invernali in un contesto di crescente cambiamento climatico.
