Venerdì 14 marzo 2025, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sotto la presidenza della Russia, ha deciso di estendere per un altro anno il mandato della missione MINURSO nel Sahara occidentale. Questa decisione arriva in un contesto di persistenti divisioni riguardo al futuro di questo territorio conteso.
Il conflitto tra Marocco e Fronte Polisario
Il Marocco, che da oltre cinquant’anni rivendica l’ex colonia spagnola, continua a fronteggiare il Fronte Polisario, sostenuto dall’Algeria, il quale lotta per ottenere la piena indipendenza per il popolo saharawi. La questione è complessa e si intreccia con interessi geopolitici regionali.
Invito al dialogo da parte degli Stati Uniti
Durante la riunione, l’ambasciatore degli Stati Uniti, Mike Waltz, ha invitato tutte le parti coinvolte a “sedersi al tavolo delle trattative”. Waltz ha sottolineato che i colloqui dovrebbero fondarsi sulla “proposta di autonomia credibile e realistica del Marocco”, considerata l’unica base per giungere a una soluzione giusta e duratura. Questo approccio è stato accolto con scetticismo da alcune nazioni.
Posizione dell’Algeria sulla risoluzione
L’Algeria ha scelto di astenersi dal voto. L’ambasciatore Amar Bendjama ha dichiarato che tale astensione evidenzia come il testo della risoluzione “non rifletta fedelmente … la dottrina delle Nazioni Unite sulla decolonizzazione”. Questa posizione dell’Algeria evidenzia le tensioni esistenti e il suo sostegno al Fronte Polisario.
Richiesta di colloqui diretti e referendum
Il vice inviato del Sudafrica, Marthinus van Schalkwyk, ha espresso che la controversia “può essere risolta solo attraverso colloqui diretti tra il Marocco e il Fronte Polisario”. Van Schalkwyk ha inoltre richiesto un referendum sull’autodeterminazione, un tema che è stato a lungo rinviato e che continua a suscitare forti emozioni tra le parti interessate.
Posizione del Polisario sulla sovranità
Sidi Omar, rappresentante del Polisario, ha dichiarato che la risoluzione adottata “non implica alcun riconoscimento della sovranità del Marocco”. Omar ha insistito sul fatto che qualsiasi soluzione deve garantire “l’autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale”, ribadendo così l’importanza di un processo che rispetti i diritti e le aspirazioni della popolazione locale.
