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Rosita Ponti

Novembre 1, 2025

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha comunicato che, nella serata di venerdì 7 marzo 2025, l’organizzazione palestinese Hamas ha rilasciato parti del corpo di tre individui, consegnandoli a Israele per l’identificazione. Questa azione ha suscitato interrogativi riguardo all’identità dei resti, poiché non è chiaro se appartengano a uno degli undici ostaggi di cui Hamas dovrebbe restituire i corpi come parte di un accordo in corso.

Dettagli sul cessate il fuoco

Secondo i termini stabiliti nella prima fase del cessate il fuoco, entrato in vigore il 10 ottobre 2023, Hamas si era impegnata a restituire i corpi di tutte le 28 persone uccise e rapite. Fino ad ora, l’organizzazione ha consegnato i resti di 17 individui, lasciando quindi un numero significativo di corpi ancora da restituire. La questione della restituzione delle salme ha generato tensioni significative nell’attuazione del cessate il fuoco, con le autorità israeliane che accusano Hamas di ritardi deliberati nel processo di consegna.

Problemi nella restituzione dei corpi

Hamas, dal canto suo, ha dichiarato di voler procedere con la restituzione dei corpi, ma ha sollevato difficoltà tecniche nel recupero delle salme. Lunedì 3 marzo 2025, Hamas ha effettuato un’altra consegna di resti, che dopo l’identificazione sono risultati appartenere a un ostaggio recuperato dall’esercito israeliano nel dicembre 2023.

Reazioni e violazioni del cessate il fuoco

In un contesto di crescente tensione, l’esercito israeliano ha diffuso un video ripreso da un drone, mostrando Hamas mentre seppellisce i resti, un’azione che è stata interpretata come un tentativo di inscenare la scoperta e facilitare la consegna ai funzionari della Croce Rossa. Israele ha denunciato questa situazione come una chiara violazione del cessate il fuoco, e anche la Croce Rossa ha condannato la manipolazione dei resti, evidenziando la delicatezza e la gravità della situazione in corso.

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