La situazione in Ucraina continua a essere critica, con il conflitto che entra nel suo giorno 1350. La battaglia per Pokrovsk sta raggiungendo livelli allarmanti per le difese ucraine, mentre il presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato che, almeno per il momento, non verranno inviati missili Tomahawk a Kiev. Le tensioni diplomatiche tra Roma e Mosca si intensificano, in particolare dopo le dichiarazioni della portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, riguardo al crollo della Torre dei Conti a Roma.
Incontro tra il ministro della difesa ucraino e la delegazione della nato
Il 5 novembre 2025, il ministro della difesa ucraino, Denys Shmyhal, ha annunciato di aver avuto un incontro cruciale con la delegazione della Nato, guidata dall’ambasciatore statunitense presso l’alleanza, Matthew Whitaker. Durante la riunione, si è discusso delle future forniture di difesa aerea per Kiev, con particolare attenzione alle nuove tecnologie per proteggere il cielo ucraino da droni e missili nemici. Shmyhal ha espresso gratitudine ai Paesi della Nato per il loro continuo supporto, sottolineando l’importanza di condividere l’esperienza acquisita nella difesa aerea con i partner.
Ursula von der leyen comunica a Zelensky che l’ucraina è pronta per l’adesione all’unione europea
Nella giornata del 5 novembre, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il dialogo ha preceduto la presentazione di un rapporto sull’allargamento dell’Unione Europea, nel quale si afferma che l’Ucraina è pronta a proseguire nel processo di adesione. Von der Leyen ha rassicurato Zelensky, affermando che l’Unione Europea non lascerà l’Ucraina sola durante l’inverno, offrendo supporto energetico e assistenza finanziaria.
Zelensky smentisce l’esistenza di un piano di pace in 12 punti
Il 5 novembre, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha negato l’esistenza di un presunto “piano di pace in 12 punti” concordato con i Paesi europei. In una dichiarazione rilasciata a Ukrinform, Zelensky ha affermato di non aver mai visto tale piano e ha espresso sorpresa per le affermazioni riguardo alla partecipazione della Russia ai colloqui. Ha sottolineato che attualmente non vi è alcuna possibilità che la Russia possa essere costretta a sedere al tavolo delle trattative.
Avanzamento delle forze ucraine a dobropillja nel donetsk
Il 5 novembre, Oleksandr Syrsky, comandante in capo delle forze armate ucraine, ha comunicato che l’esercito sta avanzando verso Dobropillja, nella regione del Donetsk. Syrsky ha indicato che le unità ucraine stanno aumentando la pressione sulle posizioni nemiche e hanno liberato 188 km² di territorio, con l’obiettivo di costringere le forze russe a disperdere le loro risorse. Il comandante ha evidenziato che l’operazione sta proseguendo con successo.
La farnesina convoca l’ambasciatore russo dopo le dichiarazioni di zakharova
Il Ministero degli Esteri italiano ha convocato l’ambasciatore russo in Italia, Alexey Paramonov, il 5 novembre, per esprimere un richiamo formale in seguito alle dichiarazioni della portavoce del ministero russo, Maria Zakharova. Zakharova aveva commentato il crollo della Torre dei Conti a Roma, affermando che l’Italia stava sprecando i soldi dei contribuenti e che il Paese era destinato a crollare.
Analisi dell’avanzata russa in ucraina nel mese di ottobre
Secondo un’analisi dell’Istituto per lo Studio della Guerra, l’avanzata delle forze russe in Ucraina è continuata senza sosta nel mese di ottobre. La regione del Donetsk è risultata la più colpita, con la Russia che ha conquistato 461 km² di territorio. Al termine di ottobre, le forze russe controllavano il 19,2% del territorio ucraino, di cui circa il 7% era già sotto il loro controllo prima dell’invasione avviata nel febbraio 2022. Le forze ucraine stanno intensificando le operazioni per contrastare questa avanzata, in particolare attorno a Pokrovsk, un’area strategica che potrebbe essere messa in pericolo di accerchiamento.
Le raffinerie turche aumentano l’acquisto di petrolio non russo
Le raffinerie turche stanno modificando le loro strategie di approvvigionamento, aumentando l’importazione di petrolio non russo in risposta alle sanzioni occidentali. Secondo fonti del settore, le raffinerie stanno seguendo l’esempio dell’India, cercando forniture da Iraq e Kazakistan, riducendo così la dipendenza dal greggio russo. Questo cambiamento si verifica mentre gli Stati Uniti, l’Unione Europea e il Regno Unito continuano a esercitare pressioni per limitare le vendite di petrolio russo, utilizzate per finanziare la guerra in Ucraina.
 