Il racconto di Valter Perlino, alpinista pinerolese, si fa drammatico mentre narra la sua esperienza durante la spedizione sul Monte Pambari, una vetta che raggiunge i 6.887 metri nell’Himalaya nepalese. Perlino, insieme ai compagni di avventura, Stefano Farronato e Alessandro Caputo, ha affrontato una situazione critica a causa di un malore che lo ha costretto a desistere dalla scalata. La spedizione ha avuto inizio nei giorni precedenti, ma il 31 ottobre 2025 una forte nevicata ha isolato i due alpinisti a oltre 5.000 metri, precisamente al Campo 1.
La situazione al campo 2 e la decisione di scendere
Valter Perlino, mentre si trovava al Campo 2 a 5.800 metri, ha avvertito un dolore al piede sinistro, sospettando di aver subito una trombosi venosa. Questo imprevisto ha portato a una decisione collettiva di scendere al Campo Base, situato a 4.800 metri. “Non so perché i miei compagni abbiano deciso di fermarsi al Campo 1“, ha dichiarato Perlino, facendo riferimento alla scelta di Farronato e Caputo di rimanere a 6.300 metri. La nevicata, che ha colto tutti di sorpresa, è iniziata lunedì 27 ottobre e ha continuato per sei giorni, complicando ulteriormente la situazione.
La comunicazione e l’emergenza
Perlino ha mantenuto i contatti con i suoi compagni fino alla sera del 30 ottobre, quando le comunicazioni si sono interrotte. “Stavano bene, avevano gas e viveri”, ha affermato, esprimendo preoccupazione per la mancanza di notizie. La situazione si è fatta critica, e già mercoledì 29 ottobre aveva lanciato un SOS, rendendosi conto che le condizioni sarebbero diventate insostenibili per tutti a causa della neve accumulata. Le operazioni di soccorso sono state avviate con l’assistenza di un team di soccorso nepalese, che ha utilizzato un elicottero e un dispositivo Recco per la ricerca dei dispersi.
Il supporto e i preparativi per il soccorso
A partire dal 3 novembre 2025, Perlino ha confermato che il team di soccorso è tornato sul posto per cercare di localizzare i suoi compagni. Ha sottolineato il supporto ricevuto anche da esperti italiani del soccorso che operano in Nepal, tra cui il pilota di elicotteri Manuel Folini e l’alpinista Muchele Cucchi. Le operazioni di ricerca sono state intensificate, con l’obiettivo di garantire la sicurezza di Farronato e Caputo. La situazione rimane critica, e la speranza è che le ricerche possano portare a buone notizie nei prossimi giorni.
 