Identificati 5 milioni di nomi di vittime dell’Olocausto grazie a ricerche decennali

Rosita Ponti

Novembre 5, 2025

Lo Yad Vashem, il Centro Mondiale per la Memoria dell’Olocausto situato in Israele, ha annunciato di aver recuperato i nomi di 5 milioni dei circa 6 milioni di ebrei uccisi dai nazisti e dai loro complici. Sima Velkovic, responsabile del team di ricerca sulle radici familiari dell’istituzione, ha sottolineato l’importanza di ogni singola vita, affermando che “ogni persona non ha solo un nome, ma anche un destino e un volto”.

Il contesto dell’olocausto

Tra il 1941 e il 1945, la Germania nazista, insieme ai suoi alleati, ha portato avanti un genocidio sistematico, sterminando circa 6 milioni di ebrei in tutta Europa, un numero che rappresenta circa due terzi della popolazione ebraica del continente. Le atrocità sono state perpetrate attraverso fucilazioni di massa, lavori forzati, privazione di cibo e l’uso di campi di sterminio, tra cui Auschwitz. Anche altre categorie, come disabili e dissidenti politici, furono vittime del regime di Adolf Hitler.

La ricerca dei nomi delle vittime

Il lavoro di Yad Vashem per recuperare i nomi delle vittime ebree è iniziato negli anni ’50 e ha continuato a crescere nel corso delle generazioni. Questo sforzo è stato possibile grazie al contributo di sopravvissuti, dei loro discendenti e di ricercatori impegnati a garantire che ogni vittima venga commemorata. Alexander Avram, direttore della Hall of Names e del Central Database of Shoah Victims’ Names, ha spiegato che raggiungere questo obiettivo è stato complesso. “Non è mai esistito un elenco ufficiale delle vittime dell’Olocausto”, ha affermato, evidenziando che i nazisti non rilasciavano certificati di morte e che nella maggior parte dei casi le vittime venivano uccise senza alcuna registrazione.

Il lavoro di documentazione e testimonianza

Uomini, donne e bambini furono fucilati in fosse comuni anonime, mentre nei campi di sterminio i nazisti distruggevano i resti delle vittime per eliminare le prove del genocidio. Per ricostruire l’identità delle vittime, i ricercatori di Yad Vashem hanno esaminato decine di migliaia di fonti, tra cui materiale d’archivio. Le “Pagine di testimonianza” rappresentano una delle fonti principali, si tratta di schede biografiche inviate da sopravvissuti e da chi conosceva le vittime, con lo scopo di preservarne la memoria.

Ogni pagina viene sottoposta a un’attenta analisi, ha spiegato Avram, e i documenti sono confrontati con elenchi prebellici e eventi storici, spesso richiedendo ulteriore documentazione prima di accettarli. Queste pagine sono considerate “lapidi” per gli ebrei assassinati durante l’Olocausto e rappresentano una parte fondamentale della missione di Yad Vashem.

Il futuro della memoria e l’uso dell’intelligenza artificiale

La missione di Yad Vashem si fa sempre più urgente, poiché gli storici si affrettano a preservare la memoria dei sopravvissuti finché questi testimoni oculari del genocidio sono ancora in vita. Le stime indicano che entro il 2040, il 90% dei sopravvissuti all’Olocausto sarà scomparso. In questo contesto, nuovi strumenti come l’intelligenza artificiale potrebbero rivelarsi preziosi. Yad Vashem ha dichiarato che questa tecnologia potrebbe aiutare i ricercatori a setacciare il materiale d’archivio, contribuendo a scoprire circa 250.000 nomi in più.

Tuttavia, è importante notare che l’intelligenza artificiale non può identificare nomi non presenti nella documentazione storica. Pertanto, Yad Vashem esorta i sopravvissuti e i loro discendenti a condividere le proprie storie, affinché le vite delle persone che Hitler tentò di cancellare possano essere ricordate per le generazioni future.

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