Il 5 novembre 2025, un team di ricercatori ha presentato uno studio innovativo che suggerisce un potenziale legame tra l’uso dell’antibiotico comune, la doxiciclina, e la diminuzione del rischio di sviluppare schizofrenia negli adolescenti. La ricerca, pubblicata sull’American Journal of Psychiatry, è stata realizzata da esperti dell’Università di Edimburgo in collaborazione con l’Università di Oulu e l’University College di Dublino.
I risultati di questo studio potrebbero rappresentare una svolta significativa nella prevenzione di disturbi mentali gravi, evidenziando come un farmaco già in uso per il trattamento di infezioni batteriche e acne possa avere applicazioni inaspettate. Gli studiosi hanno notato che gli adolescenti in cura nei servizi di salute mentale e che ricevevano doxiciclina mostravano una probabilità notevolmente ridotta di sviluppare schizofrenia in età adulta, rispetto a quelli trattati con altri tipi di antibiotici.
Il contesto della ricerca
Per esplorare il legame tra doxiciclina e schizofrenia, i ricercatori hanno applicato modelli statistici avanzati per analizzare i dati provenienti dai registri sanitari finlandesi. Sono stati esaminati oltre 56.000 adolescenti che avevano ricevuto prescrizioni di antibiotici e che avevano richiesto assistenza ai servizi di salute mentale. I risultati hanno mostrato che i giovani trattati con doxiciclina presentavano un rischio di sviluppare schizofrenia inferiore del 30-35% rispetto ai loro coetanei che avevano ricevuto altri antibiotici.
Questo studio ha sollevato interrogativi sul meccanismo che potrebbe spiegare l’effetto protettivo della doxiciclina. Gli scienziati ipotizzano che l’azione di questo farmaco sull’infiammazione e sullo sviluppo cerebrale possa essere un fattore cruciale. Questa ricerca rappresenta un passo significativo verso la comprensione di come un farmaco noto possa essere riutilizzato per affrontare problematiche legate alla salute mentale.
Analisi dei risultati
Studi precedenti avevano già suggerito che la doxiciclina possa ridurre l’infiammazione nelle cellule cerebrali e influenzare il processo di pruning, che consente al cervello di affinare le sue connessioni neurali. Un’eccessiva potatura sinaptica è stata associata allo sviluppo di schizofrenia. Il professor Ian Kelleher, responsabile della ricerca e docente di psichiatria infantile e adolescenziale all’Università di Edimburgo, ha evidenziato che circa la metà delle persone che sviluppano schizofrenia aveva precedentemente ricevuto assistenza per altri problemi di salute mentale durante l’infanzia e l’adolescenza.
La scoperta di un potenziale intervento preventivo è di grande importanza, considerando che attualmente non esistono trattamenti noti per ridurre il rischio di schizofrenia in questa fascia d’età . Sebbene la ricerca sia di natura osservazionale e non possa stabilire una relazione causale definitiva, i risultati sono promettenti e suggeriscono l’opportunità di ulteriori indagini sull’effetto della doxiciclina e di altri trattamenti antinfiammatori nei pazienti adolescenti con problematiche psichiatriche. Questi risultati potrebbero aprire la strada a nuove strategie di prevenzione per gravi malattie mentali in età adulta.
