La testimonianza di una delle carceriere di Aldo Moro ha rivelato dettagli inquietanti sulla sua cattura e sul suo tragico destino. Secondo quanto riportato, la decisione di uccidere l’Onorevole Moro era stata presa con largo anticipo, il giorno precedente al suo assassinio. La testimone ha affermato che fino all’ultimo momento si stava cercando una possibile via di salvezza per il politico, ma la sua sorte era ormai segnata.
Dettagli inquietanti sulla cattura di Aldo Moro
Nel racconto della carceriera, emerge un quadro drammatico della situazione. “Ho sentito diversi colpi con il silenziatore. Più di cinque. Non c’era nessuno in quel garage. Moro non disse niente, andando via ci salutò,” ha dichiarato, offrendo un’immagine agghiacciante degli eventi che si svolsero. La mattina del 9 maggio, Moro fu informato che le Brigate Rosse avevano emesso una sentenza di morte contro di lui, un annuncio che segnò l’inizio della sua fine.
La testimonianza continua a descrivere i momenti precedenti all’esecuzione, rivelando che la decisione non fu presa all’improvviso, ma piuttosto pianificata con attenzione. La carceriera ha spiegato che l’Onorevole Moro, nonostante la gravità della situazione, mantenne un atteggiamento composto. “Gli fu detto che di lì sarebbe uscito,” ha aggiunto, sottolineando la tensione che circondava quei momenti cruciali.
Questi dettagli, che emergono a distanza di anni, offrono uno spaccato inquietante della vita di Moro durante la sua detenzione e pongono interrogativi sulla natura delle decisioni che portarono alla sua tragica fine. La narrazione della carceriera non è solo una cronaca di eventi, ma un richiamo alla memoria di un periodo oscuro della storia italiana, segnato dalla violenza e dalla lotta politica.
