Caso Shein: Parigi chiede la sospensione e sanzioni Ue dopo le proteste

Veronica Robinson

Novembre 6, 2025

Dopo le proteste di ieri davanti al grande magazzino BHV a Parigi, la questione relativa a Shein è rapidamente diventata un caso politico di grande rilevanza. Al centro del dibattito vi è la vendita online di prodotti illegali, tra cui armi improprie e bambole a connotazione pedopornografica, che ha indotto il governo francese a sospendere l’attività del marchio fino a quando non verranno rispettate le leggi nazionali. Inoltre, Parigi ha chiesto alla Commissione europea di adottare misure severe contro tali violazioni.

Richieste di provvedimenti severi

Nella mattinata di giovedì, il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot ha sollecitato “provvedimenti severi” nei confronti di Shein, accusata di violare le normative europee in modo palese. “La Commissione ha avviato delle indagini, ma è necessario che queste siano accompagnate da sanzioni”, ha dichiarato a France Info, evidenziando la crescente preoccupazione per il potere dei grandi colossi digitali, molti dei quali sono guidati da miliardari cinesi e americani, che influenzano l’economia e la società delle nazioni europee.

Richiesta di sospensione temporanea

Il primo ministro Sébastien Lecornu ha già richiesto la sospensione temporanea del sito di Shein in Francia, mentre la ministra del Digitale, Anne Le Henanff, ha programmato un incontro con la vicepresidente della Commissione Ue, Henna Virkkunen, per concordare un’azione sinergica. Secondo le fonti di Bercy, Parigi e Bruxelles stanno considerando una procedura di infrazione per la non conformità al Digital Services Act, il regolamento europeo che impone obblighi più rigorosi alle grandi piattaforme online riguardo ai contenuti e ai prodotti commercializzati.

Scadenza per il ritiro dei prodotti vietati

Contemporaneamente, la Direzione generale della Concorrenza e della Repressione delle Frodi (DGCCRF) ha concesso a Shein 48 ore di tempo – fino a venerdì – per ritirare tutti gli articoli vietati dal mercato, pena il blocco del sito in territorio francese. “È inaccettabile che simili prodotti circolino liberamente online”, ha affermato il ministro dell’Economia, Roland Lescure, il quale, insieme a Le Henanff, ha inviato una lettera a Bruxelles richiedendo “risposte ferme” riguardo ai ripetuti “dysfonctionnements” del gruppo.

Manifestazioni contro Shein

Il 5 novembre, la giornata è stata caratterizzata da manifestazioni dentro e fuori il BHV, il noto grande magazzino del Marais che ospita il negozio Shein. Centinaia di manifestanti hanno intonato slogan come “Vergogna!” e “Complici del genocidio degli uiguri!”, accusando l’azienda di sfruttare lavoro forzato uiguro nella sua filiera produttiva. Tra i partecipanti, anche membri di Jeunes Horizons, con la leader Marine Cazard che ha dichiarato:

“Rifiutiamo che Shein si installi nel cuore di Parigi o in altre città francesi. È un modello che distrugge posti di lavoro, ambiente e salute pubblica. Dobbiamo difendere il nostro saper fare e la nostra industria tessile.”

Indagine sulla questione delle bambole

La protesta è esplosa dopo la scoperta delle bambole sessuali dall’aspetto infantile, che ha suscitato indignazione pubblica e portato all’apertura di un’indagine da parte della Procura di Parigi. Shein ha comunicato di aver sospeso i venditori coinvolti e di aver implementato “un divieto totale” per simili prodotti, ma il dibattito ha già assunto connotazioni simboliche per una crisi di fiducia verso il suo modello di business.

Reazioni alla situazione attuale

Il presidente della Société des Grands Magasins, Frédéric Merlin, ha espresso “indignazione” per i prodotti controversi apparsi sul sito, ma ha difeso la qualità della selezione presente nello store:

“Questa storia delle bambole è terribile e inaccettabile, l’ho già detto. Ma qui garantiamo la qualità dei prodotti Shein. Chiedo ai dirigenti del gruppo di stabilire regole chiare e rapide per la piattaforma online.”

Situazione del negozio e clima politico

Il negozio, che occupa 1.000 metri quadrati al sesto piano del BHV e crea 50 nuovi posti di lavoro, rimane attivo per il momento. Tuttavia, il clima politico è teso: la sindaca Anne Hidalgo ha criticato la decisione di ospitare il marchio e l’eurodeputato Yvan Verougstraete ha richiesto la convocazione di Shein al Parlamento europeo.

Attesa per una decisione ufficiale

Entro venerdì, si attende una decisione ufficiale: se la piattaforma non avrà rimosso i contenuti contestati, scatterà la sospensione del sito in Francia, una misura che potrebbe preludere a un’azione coordinata dell’Ue. Nel frattempo, le immagini della protesta, con cartelli e giovani attivisti indossanti t-shirt riciclate, hanno fatto il giro dei social, trasformando l’apertura del negozio in un caso simbolo della nuova battaglia europea per la regolamentazione delle piattaforme globali.

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