È venuta a mancare all’età di 72 anni Anna Laura Braghetti, figura di spicco delle Brigate Rosse e coinvolta nel sequestro di Aldo Moro. La triste notizia è stata comunicata dalla famiglia, che ha reso noto che la donna è deceduta “circondata dall’amore dei famigliari e degli amici”. I funerali si svolgeranno in forma rigorosamente privata. Dopo aver scontato la pena, Braghetti ha dedicato la sua vita a progetti sociali, offrendo supporto a detenuti e persone in difficoltà.
Il percorso da militante a detenuta
Anna Laura Braghetti, nata nel 1952, si avvicinò all’ambiente della sinistra extraparlamentare negli anni Settanta, entrando successivamente a far parte delle Brigate Rosse. Nel 1980, la sua vita subì una svolta drammatica quando fu arrestata e condannata all’ergastolo per il suo ruolo nel sequestro di Aldo Moro. Durante i venti anni di detenzione, Braghetti intraprese un intenso percorso di revisione personale, avvicinandosi a progetti educativi e sociali all’interno degli istituti penitenziari italiani. La sua esperienza di vita la portò a riflettere profondamente sulle scelte compiute e sul significato del reinserimento nella società.
Il coinvolgimento nel sequestro di Moro
Nel 1978, Anna Laura Braghetti risiedeva nell’appartamento di via Montalcini 8, a Roma, dove il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, fu tenuto prigioniero per cinquantacinque giorni. L’abitazione, formalmente intestata a lei, ospitava anche altri membri delle Brigate Rosse. Dopo la tragica conclusione del sequestro e l’omicidio di Moro, Braghetti scomparve per alcuni anni, fino al suo arresto. Il suo coinvolgimento in quegli eventi è stato narrato nel libro “Il prigioniero”, scritto insieme a Paola Tavella, un’opera che ha contribuito a fare luce sul suo ruolo.
Impegno sociale e volontariato dopo la detenzione
Durante il periodo di detenzione, Anna Laura Braghetti si distinse per il suo attivismo nel volontariato e per l’impegno nella rieducazione dei detenuti. Dopo aver ottenuto la libertà condizionale nel 2002, ha dedicato la sua vita a progetti volti al reinserimento sociale di persone vulnerabili e detenuti. La sua esperienza personale ha fornito una prospettiva unica e preziosa, rendendola un’importante figura nel panorama del volontariato e del supporto sociale in Italia.
