I dazi imposti dall’ex presidente Donald Trump sono al centro di un’importante udienza presso la Corte Suprema degli Stati Uniti, tenutasi a Washington il 20 febbraio 2025. I giudici sono chiamati a esprimere il proprio parere sulla legalità dell’uso dei poteri di emergenza da parte di Trump per applicare dazi su molte importazioni provenienti dai partner commerciali americani. La decisione della Corte avrà ripercussioni significative sia sul piano economico che politico e rappresenta un tassello cruciale nell’agenda del secondo mandato di Trump. Il presidente ha dichiarato su Truth Social che “il caso della Corte Suprema degli Stati Uniti è, letteralmente, questione di vita o di morte per il nostro Paese“.
Durante l’udienza, i giudici hanno ascoltato le argomentazioni dei legali sia a favore che contro l’amministrazione Trump. È emerso che i membri della Corte, inclusi i conservatori nominati dallo stesso Trump, hanno espresso dubbi sui dazi, definendoli in più occasioni “tasse”. Hanno interrogato i legali del presidente sulla loro interpretazione dell’International Emergency Powers Act, la legge a cui Trump ha fatto riferimento per giustificare i dazi, noti come “Liberation Day”. Diverse aziende, tra cui la Chamber of Commerce, hanno sollecitato la Corte a esprimersi contro queste tariffe, denunciando “danni irreparabili” all’economia americana.
Nel caso in cui la Corte dovesse decidere contro Trump, uno dei problemi principali sarà quello dei rimborsi. Attualmente, l’amministrazione ha incassato circa 90 miliardi di dollari grazie ai dazi. Tuttavia, il segretario al Tesoro, Scott Bessent, presente all’udienza, si è mostrato “molto ottimista” riguardo all’esito, senza però rivelare quali misure alternative potrebbero essere adottate se le tariffe venissero dichiarate illegali.
Le contestazioni legali sui poteri di emergenza
Durante l’udienza, i giudici, sia conservatori che progressisti, hanno messo in discussione il procuratore generale D. John Sauer riguardo alla legittimità dei dazi imposti dall’amministrazione Trump. I critici sostengono che questi dazi violano il potere impositivo del Congresso. I tribunali di grado inferiore hanno già stabilito che Trump non aveva l’autorità legale per applicare i dazi attraverso l’International Emergency Economic Powers Act (Ieepa).
Sauer ha difeso la sua posizione affermando che i dazi sono “regolatori” e non destinati a generare entrate per il governo. Tuttavia, la giudice Sonia Sotomayor ha ribattuto, affermando che “i dazi sono tasse, e questo è esattamente ciò che sono”. Ha inoltre osservato che nessun presidente prima di Trump aveva mai utilizzato l’Ieepa per imporre tariffe. Il giudice Neil Gorsuch ha sollevato interrogativi sul fatto che Trump avesse agito unilateralmente, senza il consenso del Congresso, citando un’emergenza internazionale.
Secondo la Commissione per un bilancio federale responsabile, se i dazi dovessero rimanere in vigore, si prevede che genererebbero 3.000 miliardi di dollari di entrate aggiuntive per gli Stati Uniti entro il 2035. Recentemente, è stato riportato che il governo federale ha incassato 151 miliardi di dollari dai dazi doganali nella seconda metà dell’anno fiscale 2025, un incremento di quasi il 300% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una sentenza sfavorevole per Trump potrebbe comportare rimborsi per oltre 100 miliardi di dollari e rappresenterebbe un chiaro segnale sull’indipendenza della Corte, che è attualmente controllata da una maggioranza di giudici conservatori.
Proteste in occasione dell’udienza
In concomitanza con l’udienza della Corte Suprema, si sono svolte manifestazioni a Washington per commemorare il primo anniversario della rielezione di Donald Trump. Diverse organizzazioni progressiste hanno organizzato proteste pacifiche davanti alla Corte. Tra queste, il Handmaid Army Dc ha attirato l’attenzione indossando costumi ispirati al romanzo di Margaret Atwood “The Handmaid’s Tale”. Le attiviste, vestite con mantelli rossi e cuffie bianche, hanno esposto cartelli con la scritta “shame” (vergogna), simboleggiando la loro opposizione all’erosione dei diritti delle donne e dei valori democratici in una società che considerano sempre più oppressiva.
Queste manifestazioni rappresentano un chiaro segnale della crescente mobilitazione contro le politiche di Trump, mentre il paese si trova a un bivio decisivo riguardo alla sua direzione economica e sociale.
